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Rispetto, Soldi e Principi: ecco perché De Laurentiis vuole esser compensato per dare a Spalletti la possibilità di diventare CT della Nazionale

Il "padrone" del Napoli in persona, addirittura a ferragosto, si è scomodato nel rilasciare un comunicato per fare il punto "sulla vicenda Spalletti Nazionale". Questo il testo, a firma Aurelio De Laurentiis:

"Dopo la valanga di considerazioni astratte comparse su molti media, svolte da autorevoli commentatori e operatori della comunicazione, ritengo sia necessario fare chiarezza sulla vicenda Spalletti, legata al suo possibile impegno come Ct della Nazionale italiana di calcio.Ho sempre avuto grande rispetto per la Nazionale e quando ero giovane, oltre al Napoli era l’unica squadra che mi appassionava.Luciano Spalletti, pur avendo un ultimo anno di contratto con il Napoli, dopo aver vinto lo scudetto ha manifestato la volontà di prendersi un periodo di distacco dall’attività di allenatore poiché “molto stanco”. Per riconoscenza per il lavoro fatto, non ho battuto ciglio anche se avrei potuto chiedergli il rispetto del contratto. Gli ho quindi dato la possibilità di prendersi questo lungo periodo di riposo.Conseguentemente sono andato alla ricerca di un allenatore che potesse sostituire Spalletti, che fosse una persona di grande esperienza e prestigio. Sono molto contento di aver individuato Rudi Garcia che farà certamente un ottimo lavoro.Tornando a Spalletti, ascoltando la voce ed il sentimento dei milioni di tifosi del Napoli che sentono un profondo legame con l’allenatore della squadra Campione d’Italia, nel concedergli la possibilità di non adempiere al suo contratto, ho chiesto garanzie sul rispetto di questo periodo sabbatico, inserendo una penale nel caso in cui il suo impegno fosse venuto meno.Per quanto riguarda la Federazione, osservando la vicenda in discussione, ciò che mi appare più sorprendente è che si arrivi a poche settimane da due gare molto importanti della Nazionale, subendo le dimissioni dell’allenatore Roberto Mancini. A questo proposito sono due le principali considerazioni da fare: non si sanno tenere i rapporti con i propri collaboratori inducendoli alle dimissioni; mancano strumenti giuridici idonei a trattenere gli stessi determinando il rispetto dei contratti sottoscritti anche attraverso la previsione di specifiche penali.E se la scelta cade giustamente su Spalletti, grande allenatore con 25 anni di esperienza ad alto livello, che ha espresso il calcio migliore d’Europa nell’ultima stagione, offrendogli uno stipendio di 3 milioni netti per tre anni, non ci si può fermare di fronte all’accollo (pagare per conto dell’allenatore) di un milione lordo per anno per liberarlo dal suo vincolo contrattuale (impegno non solo verso il Napoli ma nei confronti di tutti i suoi milioni di tifosi). Tutto ciò è incoerente.Per il Calcio Napoli tre milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di “vil denaro”, bensì una questione di principio, che non riguarda solo il Calcio Napoli, ma l’intero sistema del calcio italiano, che deve spogliarsi del suo atteggiamento dilettantistico per affrontare le sfide guardando al rispetto delle regole delle imprese, delle società per azioni, del mercato.Ma fino a quando si consentirà che la “regola” sia la “deroga” il sistema calcio non si potrà evolvere e continueranno a esserci i casi “Spalletti” come continueranno a esprimersi “autorevoli” commentatori che non conoscono come vada gestita in modo sano un’impresa".

Come ha fatto Mancini, anche De Laurentiis getta ... diciamo fango su Gravina, accusandolo di mala gestione. Quello che però il "padrone" del Napoli non chiarisce è se la sua "avvedutissima" capacità nel gestire i rapporti con le controparti abbia fatto chiarezza nello specificare se la risoluzione del contratto con Spalletti possa essere o meno interpretata come clausola di non concorrenza. 

Questo è quello su cui dibattono gli "autorevoli commentatori e operatori della comunicazione" cui il presidente del Napoli fa riferimento. Infatti, è logico che il Napoli si sia tutelato nei confronti di Spalletti chiedendo una penale nel caso decidesse di allenare per un altro club che potesse essere o diventare (in riferimento alle coppe europee) diretto concorrente degli azzurri. Ma in tal caso la clausola di cui parla De Laurentiis sarebbe una clausola di non concorrenza. Ma se così fosse, come può la nazionale essere concorrente del Napoli? E allora perché la federazione o Spalletti dovrebbero pagare la penale concordata nell'accordo di rescissione del contratto?

Comunque, se a De Laurentiis non importa del vil denaro, giudicando 3 milioni di euro "quisquilie e pinzillacchere", perché volersi impuntare nel ricevere tale compenso se, oltretutto, dice di esser tifoso della nazionale?

In questa vicenda, alcuni dei protagonisti dicono che a loro dei soldi non importa un fico secco, però, ai soldi non vogliono rinunciare. Curioso...



Crediti immagine: twitter.com/sscnapoli/status/1691337870924038144

Autore Mauro Sartini
Categoria Sport
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