Renato Accorinti è un amministratore accorto. E' il sindaco di una città del Sud: Messina
Accorinti ha detto NO all'ultima boutade di Renzi sul ponte più chiacchierato del mondo, che probabilmente mai si farà. E che ci è già costato un sacco di quattrini.
Le argomentazioni del sindaco di Messina sono tutte valide.
L'inutilità di unire il nulla.
In Sicilia il sistema ferroviario è da seconda guerra mondiale, non ci sono strade, non ci sono porti commerciali, nemmeno autostrade. Le comunicazioni telefoniche quasi inesistenti, e soprattutto esiste un reale percolo terremoto. Là dove c'è la faglia sismica più pericolosa del Mediterraneo.
Questo è il riassunto dall'intervista di Accorinti al quotidiano il Fatto Quotidiano.
Be' sono contento che anche al Sud ci siano finalmente degli amministratori seri ed onesti.
In altri tempi un sindaco, in certe città, avrebbe santificato le parole del Presidente del Consiglio intravedendo la possibilità di mettere, insieme ai propri amici, le mani su una ricca torta.
Il sindaco di Messina, invece, pensa che sia utile, innanzitutto, quello di mettere in sicurezza il territorio. E poi mettere in grado l'isola di collegarsi al suo interno. Per andare in treno da Trapani e Palermo, circa 110 km, ci vogliono 5 ore!
La Sicilia e la Calabria sono regioni , una volta organizzate nei trasporti e nei servizi, oltre la doverosa necessità di migliorare la professionalità della gente del posto, possono offrire tantissimo all'economia del Sud. A cominciare dal turismo. Storia, mare, natura cibo, clima (che può garantire un turismo dodici mesi all'anno), sono elementi esclusivi che potrebbero dare un futuro con altre prospettive rispetto a quelle che abbiamo oggi.
Una piccola isola come quella della Repubblica di Singapore, sino ai primi anni 60 era una colonia penale dove i malesi mandavano i detenuti ai lavori forzati, un ambiente paludoso e malarico.
Oggi è uno dei principali harbor del mondo, oltre ad essere una piazza finanziaria a livello internazionale, possiede una delle compagnie aeree più importanti del mondo. Già negli anni 90 l'isola era cablata con fibre ottiche. E le sue eccellenze non finiscono qui. Perché non riusciamo a far decollare la Sicilia? Non dico che si possa arrivare ai livelli di Singapore, ma almeno riuscire a diminuire di un poco le differenze tra le due realtà. Le potenzialità dell'isola italiana sono ben maggiori, purtroppo solo sulla carta.
Il rilancio sull'interesse nella realizzazione del Ponte, manifestato da parte di Matteo Renzi, sembrerebbe puramente pretestuoso. Solo per allontanare l'obbligo, da parte dello Stato italiano, di pagare le penali dovute alla società Impregilo, che è aggiudicataria del progetto, per il valore pari a circa Euro 8,5 miliardi. Lo Stato italiano, rinunciando all'opera, dovrebbe versare un importo cospicuo a titolo di penali. Pare tra i 500 ai 700 milioni di euro.
Faccio una proposta, se fosse compatibile con le regole sugli appalti in Europa.
Impregilo rinuncia al contratto del ponte e alla relativa riscossione delle penali.
In cambio ad Impregilo si potrebbero affidare lavori, sia in Sicilia che in Calabria, per la messa in sicurezza del territorio e o miglioramento dell'infrastrutture stradali e ferroviarie per lo stesso importo previsto nel contratto del Ponte sullo Stretto.
Soldi? Io credo che bisognerebbe portare avanti uno studio per la possibilità di utilizzare il project financing e o capitali privati (la gestione della autostrade fa gola sia in Italia che nel resto del mondo), sotto la direzione di un authority di probiviri. E comunque un investimento da parte dello Stato servirebbe a rilanciare in parte l'economia italiana con ricaduta positiva sull'occupazione.
Accorinti ha ragione: "Abbiamo bisogno di basi per avere sviluppo, per poter lanciare nel mondo le nostre bellezze naturali, artistiche e architettoniche" Abbiamo, aggiungo io, delle ricchezze e non le sappiamo sfruttare.