A distanza di centouno anni dal suo abbietto assassinio per mano fascista la città e i lavoratori di Messina ricordano Giacomo Matteotti, simbolo di libertà e giustizia sociale: lo faranno con una lapide, che sarà scoperta sabato 29 marzo, alle ore 10:00, nella villetta, che in città porta il suo nome, al rione Annunziata. L’iniziativa è stata presa dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dalla CGIL e dalla UIL di Messina, che invitano tutta la cittadinanza a partecipare alla cerimonia.

Col coordinamento del giornalista Marcello Mento prenderanno la parola Roberto Morassut, vicepresidente della Fondazione Matteotti, Santo Biondo, segretario nazionale UIL, Alfio Mannino, segretario generale CGIL Sicilia, e Ciro Raia, coordinatore ANPI Campania. Intermezzi musicali saranno eseguiti dal Corpo bandistico “Santa Cecilia” di Villafranca Tirrena, diretto dal maestro Emanuele Celona.

Giacomo Matteotti, figura centrale della politica italiana del Novecento, rappresenta un simbolo indelebile della lotta per la democrazia, per la giustizia sociale e per la pace. La sua memoria, celebrata attraverso circa tremila intitolazioni nella toponomastica italiana, è spesso associata al tragico martirio per mano dello squadrismo fascista; tuttavia, la sua vita e il suo impegno politico vanno ben oltre quel drammatico evento, offrendo un esempio di dedizione totale alla giustizia sociale, alla difesa delle istituzioni democratiche e delle classi lavoratrici.

Pacifista convinto e antimilitarista irriducibile, i suoi ideali socialisti lo portarono a subire un vero e proprio confino militare a Messina, dove visse dal 1916 al 1919, durante la prima guerra mondiale. Il suo “esilio” messinese è stato ricordato già da Enzo Caruso, attuale Assessore alla Cultura, dall’Istituto storico “Salvemini”, dal Movimento “Cambiamo Messina dal Basso”. Quella permanenza obbligata sulle rive dello Stretto e i rapporti, che intrecciò con la città, portarono nel 1944 il Sindaco demosociale Lauricella e la Giunta, di cui faceva parte Umberto Fiore, rifondatore della Camera del Lavoro, a intitolargli il rione dell’Annunziata, che da allora per i messinesi rimase il “Villaggio Matteotti”.

Egli fu un politico appassionato, un socialista rigoroso e un intellettuale raffinato: tre volte Deputato al Parlamento italiano, il suo impegno non si limitava alle istituzioni essendo stato promotore dell’associazionismo delle autonomie, sostenitore del movimento cooperativo e dirigente sindacale. Il centenario della sua scomparsa ha offerto l’occasione non solo di ricordare il suo tragico sacrificio; ma anche di riscoprire la sua vita dedicata alla libertà e alla dignità umana. Il suo esempio continua a ispirare le nuove generazioni nella difesa dei diritti democratici e nella lotta contro ogni forma di oppressione.