Palermo. Via Cavour, di fronte alla sede della Banca d'Italia, una zona nel centro della città. Notte tra sabato e domenica. Kande Boubacar, un ragazzo di colore, appena 20enne, dopo aver finito il turno di lavoro si appresta a tornare a casa, vicino alla stazione ferroviaria. 

Arrivato in una piazzetta, cerca di farsi spazio tra la folla con la sua bicicletta, quando un ragazzino lo affianca dandogli un pugno allo stomaco e gridandogli "negro di m..., te ne devi andare via da qui". Al ragazzino se ne affianca un altro più grande che ripete la stessa frase e poi un altro ancora, che dà un pugno in faccia a Kande e lo fa cadere. 

Alcuni ragazzi che hanno assistito alla scena intervengono e Kande Boubacar può riprendere la sua bici per tornare a casa. Sceglie di cambiare strada per non correre rischi. Dopo poco, però, viene aggredito di nuovo da ragazzi che tengono in mano i caschi degli scooter. Uno di loro gli dà un pugno in un occhio. Lui cade e viene circondato e preso nuovamente a calci e pugni. 

Alcune persone che passavano non tirano dritto. Intervengono, probabilmente salvandogli la vita. Dopo averlo aiutato ad alzarsi, chiamano un'ambulanza e la polizia. Gli investigatori, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza, sarebbero già sulle tracce degli aggressori.

Della vicenda di Kande Boubacar possiamo dare due letture. 

La prima è di rammarico per quanto accaduto, per l'odio razziale, negato dai cosiddetti politici sovranisti, che sta alla base dell'episodio di cronaca. Non esiste altra spiegazione che possa giustificare un simile gesto che, oltretutto, non è da considerarsi neppure raro o isolato.

La seconda è di soddisfazione. Chi ha visto l'aggressione, per di più di un "nero", non ha fatto finta di nulla, tirando dritto. È intervenuto, ha fatto sì che gli aggressori se ne andassero ed ha aiutato chi era stato assalito. Nonostante il clima d'odio creato dai sovranisti, c'è ancora qualcuno in Italia che è provvisto del bene della ragione e sa che cosa sia giusto o sbagliato, scegliendo di agire nel modo migliore.

C'è anche una terza lettura. I due capi sovranisti per eccellenza, Salvini e Meloni, sempre pronti a postare sui loro profili social fatti di cronaca da dare in pasto ai loro sgangheratissimi amici, ogni volta pronti ad inveire contro l'immigrato di turno presentato come responsabile di reati inenarrabili, stavolta sull'episodio di Kande Boubacar non hanno detto niente. 

Nessun post per inveire contro Kande Boubacar. Perché? Perché avrebbero dovuto fare un post per inveire contro coloro che aveva assalito e malmenato Kande Boubacar.

Ma se quel post non lo hanno fatto, è evidente che hanno delle ragioni loro per agire in tal senso. Però, anche a lambiccarsi il cervello, di quelle ragioni non ne viene in mente alcuna che escluda l'odio razziale. Un caso?