Le molteplici dichiarazioni rilasciate da politici e non sul Giorno della Memoria si possono riassumere nel concetto che la memoria va coltivata e custodita insieme alla necessità di contrastare violenza e antisemitismo in ogni sua forma. 

Ancor più ficcanti le parole del capo dello Stato, Sergio Mattarella:

"I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell'Uomo sono la radicale negazione dell'universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante - alimentato dall'uso distorto dei social - dell'antisemitismo, dell'intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa".

Quindi si celebra la memoria per non dimenticare quello che è accaduto per prendere esempio da ciò che di buono è stato fatto e per condannare e non ripetere gli errori e gli orrori del passato.

"Per ricordare occorre guardare l’inguardabile: Ringelblum scrive che “nei ghetti le strade erano pieni di corpicini che una mano pietosa copriva coi giornali, e rimanevano così..” Guardare le stragi dei bambini nelle fasi dell’eliminazione dei disabili fisici e mentali, del gas nei camion, nelle fucilazioni in braccio alle madri, della deportazione in masse di bambini separati da genitori verso le camere a gas, delle processioni di creature coi loro maestri che decidevano di morire con loro verso la loro fine, silenziosi e disciplinati. Durante i rastrellamenti i tedeschi davano la caccia ai bambini ebrei con cani lupo ammaestrati, buttavano i bimbi in aria e li infilzavano con le baionette, tagliavano le loro teste con le asce, spaccavano i neonati in due, li buttavano nei roghi, nei pozzi e nei fiumi, li seppellivano vivi. Una bimba di 7 anni riceve da un SS la promessa che se bacerà il cadavere della mamma lui non la ucciderà, lei la bacia e lui le spara. Un bimbo di 5 anni offre a un SS una matita morsicata e uno specchietto rotto, i suoi tesori più cari, l’SS gli spara addosso; una bimba tredicenne prima di essere uccisa si rivolse al capo SS dicendo “ma io sono grande posso lavorare, perché vuole fucilarmi?”

Questo è un passaggio di quanto scrive Fiamma Nirenstein nel suo articolo pubblicato oggi su il Giornale. C'è qualcuno che può essere indifferente ad immagini simili? C'è qualcuno che può immaginare che siano in qualche modo giustificabili in funzione dell'appartenenza delle vittime ad una presunta razza o ad una religione? 

Giusto, pertanto, che si commemori il ricordo delle vittime di un orrore per tenerne viva la memoria affinché oggi dei cretini non finiscano nuovamente per sdoganare in toto o in parte le ideologie che a tale orrore hanno condotto. Una possibilità non tanto remota considerando chi governa adesso in molti Paesi, considerati anche democratici.

Stabilito questo però, istintivamente, a chiunque non sia dotato di paraocchi o malafede viene da chiedersi perché chi, in passato,  è stato vittima di sorprusi che si sono finalizzati in uno sterminio di massa, come lo sono stati gli ebrei, adesso pratica l'apartheid nei confronti dei palestinesi?

Ce lo spiega sempre Fiamma Nirenstein nell'articolo di cui sopra.

Le cronache di questi anni ci danno una versione completamente diversa della realtà. Ma nonostante le prove siano migliaia, non c’è sostenitore dell’importanza del Giorno della Memoria che accenni nelle sue requisitorie e nelle sue promesse alla necessità di farla finita con l’intenzione da parte di Stati e di gruppi ricchi, famosi, potenti, di eliminare il Popolo Ebraico e la sua maggiore istituzione, Israele. È questa l’intenzione soprattutto dell’Iran, che ne ha fatto la sua pietra di fondazione, e di buona parte della propaganda palestinese, sia di Hamas che di Fatah, che solo ogni tanto traveste il suo terrorismo in obiettivo irredentista, ma in genere punta a uccidere gli ebrei. L’Iran è un’enciclopedia di dichiarazione e di operazioni genocide. Il caso più citato, è quello del presidente Mahmoud Ahmadinejad nel 2005  quando evoca il padre fondatore Ayatollah Ruhollah Khomeini: I regime di Gerusalemme “deve essere cancellato dalla mappa”, “Bayad” deve, cioè, assolutamente e secondo un comando etico. È un coro di massa: il ministro degli esteri Manouchehr Mottaki  nel 2008 che ha detto che “deve essere eliminato dalla faccia della terra”; Ahmad Khatami ha chiesto di “annichilire il regime sionista” al “magnifico risveglio islamico” nel 2012; Hassan Rohani ha promesso di “mondare il mondo dalla ferita imposta al mondo” e via via verso i nostri giorni le Guardie della Rioluzione, i basiji, i politici, Khamenei stesso… È stato lui a usare l’espressione “soluzione finale” e poi ha precisato, dato che “il mondo non seguitava a tacere” che si riferiva a Israele. Grazie.  Esmail Ghaani, capo delle guardie rivoluzionarie e dei loro “proxy” nel mondo ha precisato il piano nel 1922: “Gli hezbollah stanno per portare il colpo fatale” e con loro le altre milizie che ormai circondano gli ebrei. L’Iran ne è il maggior finanziatore, ma è l’UE che senza battere ciglio seguita ad aiutare grandiosamente Abu Mazen che paga fra i 400 e i 3500 dollari al mese chi ha tentato o a compiuto l’assassinio terrorista di un ebreo, qualsiasi ebreo. È otto volte lo stipendio minimo di un palestinese, pari a quello di un giudice della corte suprema. Hamas, resta con la sua carta il leader del terrorismo genocida che incita a uccidere qualsiasi ebreo: “O pietra se un ebreo si nasconderà..avvertimi”; per i palestinesi di Fatah ci si illude che si tratti di un sogno irredentista, anche se la suddivisione è stata respinta almeno cinque volte dal 1948, quando in cambio di due Stati per due popoli i palestinesi scelsero la guerra di distruzione per la prima volta, seguiti poi, disastrosamente, da tutto il mondo islamico. È mai possibile che l’ONU, l’Unione Europea, le istituzioni più svariate che sostengono l’Autorità Palestinese non le chieda mai conto della sua intenzione genocida, del perché i bambini imparano a odiare gli ebrei disegnandoli con tutte le caratteristiche di ferocia, perversione, egoismo, razzismo, facendone i diffusori del covid e la causa della guerra in Ucraina… Proprio come la propaganda nazista?L’UE del “never again” non è compatibile con quella dell’antisemitismo attuale, che non vede quando Israele abbia tentato ogni strada di pace invano contro un odio ideologico inestinguibile, cha da fuoco a tutto il mondo di nuovo? Che cosa pensa chi ripete never again quando Fatah vanta 7200 attacchi nel solo 2022 e si eccita annunciando di aver compiuto 76 attacchi a fuoco in un mese? Quando il paragone fra Israele e nazismo, ovvero la nazificazione di Israele diventa luogo comune insieme alla follia degli ebrei come “suprematisti bianchi”? Ma di questo abbiamo scritto molte volte. Adesso torniamo a Eli Wiesel e al never again:  è una pratica di modestia e di revisione intellettuale, di abbandono dei paradossi politici per cui Israele è uno stato coloniale, imperialista, di apartheid, gli ebrei sono suprematisti bianchi, criminali di guerra, Hitler aveva ragione, slogan sempre più frequente durante le manifestazioni contro Israele, gli ebrei uccidono i bambini per scelta, sionismo eguale razzismo di lotta a questo sfondo della più pura tradizione antisemita, la criminalizzazione degli ebrei, tipica oggi dell’Iran e dei loro alleati, che ha portato nel passato allo sterminio. Gli Europei devono saperla riconoscere, conoscere la loro stessa storia ricordandola con vergogna, e rinnegare gli stereotipi. 

Gran parte, se non tutte, le affermazioni sopra riportate sono storicamente decontestualizzate o reinterpretate in base alla convenienza propagandistica della signora Nirenstein che si è ben guardata dal ricordare il contributo fondamentale dato dal terrorismo ebraico alla nascita dello Stato ebraico, le stragi compiute dai terroristi ebrei prima e israeliani dopo, i furti di beni, case e terreni compiuti dal 1948 dagli ebrei israeliani ai danni dei palestinesi (e che continuano ancora oggi), l'occupazione di un territorio che ad Israele non appartiene ma che rivendica in base ad un credo religioso, le leggi licenziate a livello nazionale e locale che giustificano ad Israele l'accusa di apartheid...

Come si può comprendere, c'è un modo diverso di interpretare la realtà a seconda della convenienza. Questo può riguardare, in relazione al Medio oriente, sia gli ebrei israeliani che i palestinesi.

Quello che però è meno comprendibile e giustificabile è l'atteggiamento della comunità internazionale e di coloro che, come Mattarella oggi, si riempiono la bocca con la Carta dei Diritti Universali dell'Uomo e poi fingono di non vedere quello che accade in Palestina, condannando l'antisemistismo in chiave ebraica, ma dimenticano o non sapendo che anche i palestinesi sono semiti.

Ricordare il passato e non vedere il presente non è un buon servizio alla Memoria.