La von der Leyen si preoccupa del rispetto dei diritti umani in Cina... e di quelli nell'Ue?
Lunedì, summit Ue-Cina, definito dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen,
"un'opportunità estremamente necessaria per andare avanti su tutti gli aspetti della nostra cooperazione".
Tra gli argomenti discussi commercio, clima, sviluppo sostenibile, digitalizzazione, politica estera, coronavirus... ma anche diritti umani.
"Per l'Ue - ha detto la presidente della Commissione europea, al termine del vertice Ue-Cina - i diritti fondamentali e le libertà fondamentali non sono negoziabili".
È interessante saperlo che la von der Leyen si interessi del rispetto dei diritti umani da parte della Cina, quando anche in Europa esistono Paesi, a partire da quelli di Visegrad e non solo quelli, che impediscono all'Unione di aggiornare le proprie politiche sulle migrazioni, oltre ad attuare politiche interne di contrasto al fenomeno che sembrano ispirarsi più al nazifascismo e alla criminalità organizzata che alla democrazia, come abbiamo potuto vedere non molto tempo fa grazie agli esempi di Grecia, Malta e Ungheria.
Così, le ong che operano nel Mediterraneo Centrale, criticate dai più, finiscono per fare, in tema di diritti umani, ciò che l'Europa non fa o finge solo di fare.
Per questo la von der Leyen, oltre che chiedere alla Cina il rispetto dei diritti umani dovrebbe mettersi di fronte ad uno specchio e chiedersi che cosa abbia fatto lei di concreto, in tema di migranti, per evitare che i Paesi membri dell'Ue continuino a violarli... vantandosene pure!
Da segnalare, nel frattempo, che la Ocean Viking, dopo 14 giorni di quarantena e il tempo per effettuare i preparativi necessari, ha oggi ripreso il mare salpando dal porto di Marsiglia per una nuova missione nel Mediterraneo centrale.
Un esempio di come venga applicato in concreto il rispetto dei diritti umani.