La senatrice Segre dopo le inchieste di Fanpage si chiede se dovrà nuovamente essere cacciata dal suo Paese
"Io credo che queste derive che sono venute fuori in questa ultima settimana in modo eclatante ci siano sempre state. Nascoste, non esibite, ma ci sono sempre state. E credo che con questo governo si approfitti di questo potere grande della destra, che del resto è stata votata ed è andata al governo, non è che sia rivoluzionaria, e non ci si vergogni più di nulla.
Io ho seguito nelle varie trasmissioni questa seduta, chiamiamola così, inneggiante anche a `Sieg Heil´, quindi anche con questo motti nazisti che purtroppo io ricordo in modo diretto e non per sentito dire. Ora alla mia età dovrò rivedere di nuovo questo? Dovrò essere cacciata dal mio Paese da cui sono stata già cacciata una volta?".
"È una domanda provocatoria?" le chiede la giornalista Marianna Aprile che ha raccolto la precedente dichiarazione di Liliana Segre in una intervista per la nuova edizione di In Onda su La7.
"È una domanda che ha una risposta", ha replicato la senatrice a vita.
Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di FdI, le risponde così:
"La Senatrice Segre quando si riflette sul pericoloso germe dell'antisemitismo è un simbolo di tutta la Nazione. Un simbolo che deve essere rispettato da tutti senza polemiche e senza strumentalizzazioni".
L'imbarazzo di FdI è dovuto al fatto che nel secondo servizio di Fanpage la "camerata" Pace di Gioventù Nazionale sbeffeggia con parole antisemite la parlamentare Mieli, senatrice di Fratelli d'Italia ed ex presidente dalla comunità ebraica di Roma, che ha forti legami con la destra italiana, tanto da far sì che il partito di Meloni sia adesso un ottimo alleato del Likud di Netanyahu.
E la parlamentare Mieli, vittima della "gioventù" del suo partito come ha commentato quanto accaduto?
Col silenzio. Un silenzio, però, anch'esso imbarazzante perché non può non essere paragonato alla sua indignata reazione alla domanda del giornalista Giorgio Zanchini che le aveva chiesto se fosse ebrea, in quanto la risposta alla domanda che le aveva posto avrebbe assunto ulteriore interesse ed eventuale approfondimento in relazione alla sua appartenenza alla fede o al popolo ebraico (non è chiaro cosa significhi essere ebrei, se ciò debba implicare l'appartenenza ad un popolo o ad una religione o entrambe le cose).
Possibile che la senatrice Mieli, nonostante quanto finora (nel corso degli anni) sia emerso su Fratelli d'Italia e sui suoi militanti possa continuare a far parte di quel partito? La stessa domanda andrebbe rivolta anche agli ebrei italiani che lo votano.