Cronaca

Papa Francesco su poveri, COP27 e Ucraina

Così papa Francesco ha ricordato la Giornata mondiale dei poveri, nell'omelia della messa di domenica 13 novembre celebrata nella Basilica di San Pietro: 

"Fratelli e sorelle, in questa Giornata Mondiale dei Poveri la Parola di Gesù è un monito forte a rompere quella sordità interiore che tutti noi abbiamo e che ci impedisce di ascoltare il grido di dolore soffocato dei più deboli. Anche oggi viviamo in società ferite e assistiamo, proprio come ci ha detto il Vangelo, a scenari di violenza – basta pensare alle crudeltà che sta soffrendo il popolo ucraino –, di ingiustizia e di persecuzione; in più, dobbiamo affrontare la crisi generata dai cambiamenti climatici e dalla pandemia, che ha lasciato dietro di sé una scia di malesseri non soltanto fisici, ma anche psicologici, economici e sociali. Anche oggi, fratelli e sorelle, vediamo sollevarsi popolo contro popolo e assistiamo angosciati al veemente allargamento dei conflitti, alla sciagura della guerra, che provoca la morte di tanti innocenti e moltiplica il veleno dell’odio. Anche oggi, molto più di ieri, tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza, e tante persone vivono nella precarietà per la mancanza di occupazione o per condizioni lavorative ingiuste e indegne. E anche oggi, fratelli e sorelle, i poveri sono le vittime più penalizzate di ogni crisi. Ma, se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro, a vedere quanta solitudine e angoscia si nascondono anche negli angoli dimenticati delle nostre città. Bisogna andare agli angoli delle città, questi angoli nascosti, oscuri: lì si vede tanta miseria e tanto dolore e tanta povertà scartata.Facciamo nostro l’invito forte e chiaro del Vangelo a non lasciarci ingannare. Non diamo ascolto ai profeti di sventura; non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative. Non seguiamo i falsi “messia” che, in nome del guadagno, proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi, condannando i poveri all’emarginazione. Al contrario, rendiamo testimonianza: accendiamo luci di speranza in mezzo alle oscurità; cogliamo, nelle situazioni drammatiche, occasioni per testimoniare il Vangelo della gioia e costruire un mondo fraterno, almeno un po’ più fraterno; impegniamoci con coraggio per la giustizia, la legalità e la pace, stando sempre a fianco dei più deboli. Non scappiamo per difenderci dalla storia, ma lottiamo per dare a questa storia che noi stiamo vivendo un volto diverso.E dove trovare la forza per tutto questo? Nel Signore. Nella fiducia in Dio, che è Padre, che veglia su di noi. Se gli apriamo il cuore, accrescerà in noi la capacità di amare. Questa è la strada: crescere nell’amore. Gesù, infatti, dopo aver parlato di scenari di violenza e di terrore, conclude dicendo: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto» (v. 18). Ma cosa significa? Che Lui è con noi, Lui è il nostro custode, Lui cammina con noi. Io ho questa fede? Tu hai questa fede che il Signore cammina con te? Questo dobbiamo ripeterci sempre, specialmente nei momenti più dolorosi: Dio è Padre ed è al mio fianco, mi conosce e mi ama, veglia su di me, non prende sonno, ha cura di me e con Lui neanche un capello del mio capo andrà perduto. E io come rispondo a questo? Guardando i fratelli e le sorelle che sono nel bisogno, guardando questa cultura dello scarto che scarta i poveri, che scarta le persone con meno possibilità, che scarta i vecchi, che scarta i nascituri… Guardando tutto questo, cosa sento io di dover fare come cristiano in questo momento?Amati da Lui, decidiamoci ad amare i figli più scartati. Il Signore è lì. C’è una vecchia tradizione, anche qui nei paesini dell’Italia, ancora qualcuno la mantiene: alla cena di Natale, lasciare un posto vuoto per il Signore che sicuramente busserà alla porta nella persona di un povero che ha bisogno. E il tuo cuore, ha sempre un posto libero per quella gente? Il mio cuore, ha un posto libero per quella gente? O siamo tanto indaffarati con gli amici, gli eventi sociali, gli obblighi? Mai abbiamo un posto libero per quella gente. Prendiamoci cura dei poveri, nei quali c’è Cristo, che per noi si è fatto povero (cfr 2 Cor 8,9). Lui si identifica con il povero. Sentiamoci chiamati in causa perché neanche un capello del loro capo vada perduto. Non possiamo restare, come quelli di cui parla il Vangelo, ad ammirare le belle pietre del tempio, senza riconoscere il vero tempio di Dio, l’essere umano, l’uomo e la donna, specialmente il povero, nel cui volto, nella cui storia, nelle cui ferite c’è Gesù. L’ha detto Lui. Non dimentichiamolo mai". 

Successivamente, dopo la preghiera dell'Angelus, il Papa non ha mancato di commentare l'attualità parlando di clima... 

"Domani ricorre il primo anniversario dell’avvio della Piattaforma d’Azione Laudato si’, che promuove la conversione ecologica e stili di vita coerenti con essa. Ringrazio quanti hanno aderito a questa iniziativa: si tratta di circa seimila partecipanti, tra cui singole persone, famiglie, associazioni, imprese, istituzioni religiose, culturali e sanitarie. È un ottimo inizio per un percorso di sette anni, volto a rispondere al grido della terra e al grido dei poveri. Incoraggio questa missione cruciale per il futuro dell’umanità, affinché possa favorire in tutti un concreto impegno per la cura del creato.In questa prospettiva, desidero ricordare il Vertice COP27 sul clima, che si sta svolgendo in Egitto. Auspico che si facciano passi in avanti, con coraggio e determinazione, nel solco tracciato dall’Accordo di Parigi".

e di Ucraina...

"Rimaniamo sempre vicini ai nostri fratelli e sorelle della martoriata Ucraina. Vicini con la preghiera e con la solidarietà concreta. La pace è possibile! Non rassegniamoci alla guerra".

Autore Angelo Zanotti
Categoria Cronaca
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