Esteri

Guerra in Ucraina, Bakhmut è ancora il punto più caldo del fronte. I russi arrestano per spionaggio un giornalista americano

Mentre prende sempre più corpo l'ipotesi di una offensiva ucraina prima dell'estate, con gli analisti che scommettono che il fronte principale dell'attacco sarebbe al sud all'altezza di Melitopol per consentire poi a Kiev di respingere i russi sia verso la Crimea che verso il confine orientale, ad oggi l'unica vera battaglia che vede uno di fronte all'altro i due schieramenti militari è ancora quella che interessa la piccola città mineraria di Bakhmut, diventata ormai la più sanguinosa in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale e probabilmente anche la più inutile.

La carneficina in corso a Bakhmut somiglia sempre di più ad una  questione di puntiglio, con i russi che vogliono ottenere un successo tangibile dal 2022 e con gli ucraini che vogliono negarglielo.

Nelle ultime ore, secondo Kiev, l'esercito di Mosca sarebbe riuscito a fare qualche passo avanti nel controllo della città, ma assolutamente non decisivo e comunque a spese di ingenti perdite.

Il viceministro della Difesa dell'Ucraina, Hanna Malyar, ha affermato in un post sul proprio account Telegram che le perdite tra l'esercito ucraino per la difesa di Bakhmut  erano inevitabili, ma che quelle tra le fila dei russi sono enormemente maggiori, indicando un rapporto di 10:1.

Nel frattempo, si combatte anche sul fronte diplomatico. 

Oggi, l'FSB il servizio di sicurezza russo, ha dichiarato di aver arrestato un giornalista americano del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, con l'accusa di aver effettuato attività di spionaggio per conto di Washington.

L'FSB ha dichiarato in una nota che il 32enne giornalista americano , "agendo su istruzione degli Stati Uniti, avrebbe raccolto informazioni riservate, coperte da segreto di Stato, sulle attività di una delle imprese del complesso militare-industriale a Ekaterinburg".

In precedenza, come arma di pressione diplomatica sugli Stati Uniti, Mosca aveva arrestato la star del basket Brittney Griner una settimana prima dell'invasione dell'Ucraina e liberata in uno scambio di prigionieri a dicembre, con la scusa di spacciare droga per essere giunta a Mosca con olio di cannabis da usare per i massaggi.

Autore Alberto Valli
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