Ci sono volte in cui un immagine vale davvero mille parole. Ma le parole mi sono troppo care per poterlo affermare con convinzione, e se vi ricordate ne ho già parlato in un altro articolo.
Però aiuta. L'immagine, un video, possono senz'altro aiutare quando concepiti in maniera così ingegnosa, tale da semplificare quel minimo di didascalia. Poche righe per rendere manifesta l'intuizione inequivocabile che suscita l'immagine stessa: una torta priva di due fette, ma con una di queste tagliata in maniera disordinata, caotica, tale da non poter più ripartire la torta in altre fette intere e uguali.
Provoca indubbiamente fastidio: la torta è stata rovinata!
Possiamo immaginare due persone che hanno diritto a una fetta di quella torta, delle stesse dimensioni. Una di loro taglia la sua fetta in maniera corretta, come tutti si aspetterebbero; mentre l'altra la taglia in quel modo disordinato e fuori dal comune, rovinando la torta. Entrambe le persone sembra abbiano soddisfatto il loro diritto ad avere una fetta di torta uguale, ma la persona che ha tagliato la sua fetta in quel modo strambo impedirà a tutti gli altri di avere una fetta intera. Dovranno, se gli andrà bene, prenderle a tozzi!
Quello che è accaduto illustra in maniera lampante la differenza tra libertà e arbitrarietà.
Avere diritto a una fetta di torta non significa esercitare tale diritto come ci pare, ma è necessario esercitarlo pensando a come tutti gli altri possano fare altrettanto senza essere penalizzati.
Abbiamo il DOVERE di esercitare correttamente i nostri DIRITTI. E questo può avvenire solo se pensiamo anche agli altri.
E' fondamentale nella vita di comunità (gruppo, società, paese), dove in effetti non ha alcun senso parlare di libertà dei singoli, ma esiste unicamente la libertà di tutti i soggetti che fanno parte di quella comunità, con gli stessi diritti e doveri.
L'indimenticabile Gaber cantava: «La libertà non è star sopra un albero / Non è neanche avere un'opinione / La libertà non è uno spazio libero / Libertà è partecipazione».
La foto della nostra torta origina da un vecchio articolo del 2016 sul blog di un educatore americano, Steven Singer, (gadflyonthewallblog.com/2016/11/28/the-essential-selfishness-of-school-choice) a proposito di “scelte scolastiche”. La metafora è poi stata ripresa tante volte su internet e i social, per via della sua estrema chiarezza nel rappresentare la sottile linea che separa la libertà dall'arbitrio.