Nonostante siano critiche le condizioni a bordo della nave della Guardia Costiera Diciotti ormeggiata nel porto di Catania, ai 150 migranti, gran parte alle prese con la scabbia, non viene concesso di sbarcare.

In merito a quanto sta accadendo, alla dichiarazione di Amnesty dei giorni scorsi, si aggiunge anche quella di UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e OIM, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.


Questo è il contenuto della nota diffusa.

«Accogliamo con favore gli sforzi compiuti dalla Guardia Costiera italiana nel salvare la vita di questi uomini, donne e bambini, ma è necessaria una risoluzione urgente a questa impasse», ha dichiarato Roland Schilling, Vice Rappresentante regionale dell’UNHCR a Roma. «Molti tra coloro che sono a bordo potrebbero aver bisogno di protezione internazionale e hanno già affrontato esperienze incredibilmente traumatiche».

Pur accogliendo con favore la decisione dell’Italia di consentire lo sbarco ad alcune delle persone più vulnerabili, resta fondamentale consentire a tutti coloro che rimangono sulla nave di sbarcare in quanto i loro bisogni umanitari non possono essere pienamente soddisfatti a bordo.

«I migranti che arrivano dalla Libia sono spesso vittime di violenze, abusi e torture, le loro vulnerabilità dovrebbero essere tempestivamente e adeguatamente identificate e affrontate» ha aggiunto Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM e Capo di Missione per l’Italia e Malta.

Mentre il numero di persone che arrivano in Europa via mare è diminuito drasticamente, più di 1.500 persone sono morte nel Mar Mediterraneo solo quest’anno. Senza meccanismi di sbarco tempestivi e prevedibili insieme a forti dimostrazioni di solidarietà per le persone soccorse, potrebbero esserci dei ritardi nel rispondere alle richieste di soccorso – mettendo potenzialmente a repentaglio la sacralità del principio del salvataggio in mare. La solidarietà, il sostegno e la collaborazione europei sono diventati più importanti che mai.

Negli ultimi mesi, l’UNHCR e l’OIM hanno chiesto un accordo regionale per il salvataggio e lo sbarco delle persone in difficoltà nel Mar Mediterraneo.


Nel frattempo, il principale responsabile di questa situazione, il ministro dell'Interno Matteo Salvini, ha ribadito la sua posizione in un'intervista al Corriere della Sera dova ha dichiarato che da tale impasse se ne esce «con un bell’aereo che arriva da una delle capitali europee all’aeroporto di Catania».

«L'Europa deve sapere – ha detto Salvini – che il governo italiano è irritato. Basta con parole tante e risultati pochi. L’Ue si era impegnata a prendere 35mila immigrati: si sono fermati a 12 mila. Se la serietà è questa, non ci si può stupire che noi abbiamo deciso un punto fermo. Con le Ong ci siamo riusciti, ora dobbiamo costringere l’Ue a farsi carico di ciò che le spetta

Inoltre, il ministro ha risposto anche a coloro che paventano un isolamento dell'Italia all'interno dell'Europa: «Alla faccia del Pd, non siamo certo soli. La maggior parte dei Paesi pretende lo stop all’immigrazione. A metà settembre ci sarà la riunione dei ministri dell’Interno europei, e lì lo si vedrà.

Io, nei prossimi giorni, incontrerò Viktor Orban a Milano. Ci sarà parecchio di cui parlare. Si dice che in base ai trattati, alle convenzioni, a Ginevra, noi non possiamo riportare gli immigrati indietro. Bene. Ma trattati e convenzioni si possono modificare».

Infine, Salvini ha dichiarato anche che, nel caso venisse indagato per il sequestro dei migranti sulla Diciotti: «Se mi convocano, sono a disposizione. Se l’autorità giudiziaria riterrà di indagarmi, processarmi o arrestarmi, troverà in me un italiano pronto a difendersi».