News calcistiche del 29 Ottobre 2024
Serie A: Cagliari-Bologna 0-2
Un gol per tempo basta al Bologna di Vincenzo Italiano per imporsi su un buon Cagliari che non ha sfruttato le occasioni create. Nel primo tempo è Orsolini a sbloccare la partita al minuto 35, mentre nella ripresa tocca ad Odgaard siglare la rete del definitivo 0-2 con un tiro potente dalla distanza al 51°. Dopo il gol del doppio vantaggio Davide Nicola ha giocato tutte le armi del suo arsenale per provare a scardinare la difesa del Bologna che ha assorbito(non senza sofferenze) la carica degli avversari con ordine. Clamorosa la doppia occasione avuta dal Cagliari al 58° con Gaetano e Marin che hanno trovato in Skorupski un ostacolo insormontabile.
Serie A: Lecce-Verona 1-0
Il Lecce conquista la seconda vittoria in questa Serie A, salendo così a otto punti in classifica e staccando, seppur provvisoriamente, di due lunghezze il Genoa e di tre il Venezia (sempre ultimo). Settimo ko in campionato invece per l'Hellas Verona, che resta per stasera al 14° posto con nove punti. Dorgu, l'autore del gol. ALL'82' ESPULSO BELAHYANE. Già ammonito, il calciatore dell'Hellas commette fallo su Dorgu e poi manda platealmente a quel paese il direttore di gara. Altro giallo e allora cartellino rosso per somma di ammoninizioni.
Parma, Pecchia tra passato e presente: “Partita speciale. Man? Per noi importantissimo”
Juventus-Parma per mister Fabio Pecchia sarà una partita speciale. Il tecnico dei Crociati ha infatti un passato in bianconero nella stagione 1997-98 come giocatore e nella 2019-20 come allenatore dell’Under 23. Nella conferenza stampa di rito della vigilia ha presentato così la sfida.
“La Juve per me rappresenta un passaggio importante nella mia carriera: lì ho conosciuto tante persone che mi hanno arricchito anche dal punto di vista umano”, ha dichiarato Pecchia. Il passato in bianconero, però, domani sarà sicuramente messo da parte visto che il Parma ha raccolto una sola vittoria in Serie A, contro il Milan ad agosto, e si trova al diciassettesimo posto in classifica.
Per quanto riguarda gli 11 che domani sfideranno gli uomini di Thiago Motta, il tecnico dei Ducali ha ancora qualche dubbio da risolvere: “Devo tener conto della partita e delle condizioni di qualche calciatore per come è uscito. Il gruppo complessivamente sta bene, mercoledì avremo ancora qualche ora per valutare e per mettere la migliore formazione prima di affrontare la Juve“. Pecchia però può sorridere per le buone notizie che arrivano dall’infermeria: “Abbiamo recuperato Osorio, anche lui è del gruppo. Un gruppo quasi al completo, naturalmente all’interno non c’è una condizione simile fra tutti, per diverse situazioni”.
Sulle condizioni degli altri calciatori, l’allenatore gialloblù ha precisato: “Qualcuno è in crescita, vedendo anche le partite. Come Charpe che ha giocato 45 minuti ad alto livello, lo stesso Almqvist e Cancellieri. Poi all’interno del gruppo ci sono calciatori come Benek ed Estévez che recuperano dagli infortuni, quindi la loro forma sta migliorando ma non può essere al top, naturalmente. Dennis Man, invece, attraversa un momento particolare, perché dopo la stagione straordinaria che ha disputato, ha avuto gli Europei, continua a giocare e anche tanto. Il suo inserimento è quello di un calciatore forte e per noi importante, probabilmente anche in questo periodo, dal punto di vista atletico, sta vivendo un calo fisiologico”.
Infine, per quanto riguarda gli avversari, Pecchia si aspetta la solita Juventus: “Avrà una grande spinta da parte del pubblico, giocherà e farà un grande possesso con tanti calciatori di qualità sia in mezzo che sulle fasce”.
L’Inter e il peso del “non” mercato estivo: un problema che ora condiziona Inzaghi
Da domenica a mercoledì, dalla Juve all’Empoli: un po’ per necessità e un po’ per scelta, Inzaghi cambia poco, molto poco. Acerbi e Calhanoglu sono ancora indisponibili, Carlos Augusto ne ha ancora per due settimane almeno e Asllani sta meglio ma non così bene da poter partire titolare. Gli avvicendamenti potrebbero riguardare le coppie Bisseck-Pavard e Darmian-Dumfries. Niente stravolgimenti, dunque. A centrocampo ancora Zielinski con Barella e Mkhitaryan e, soprattutto, in attacco ancora Lautaro e Thuram. Più o meno imprescindibili.
Scelte, passibili di conferma, che per quanto in parte determinate da necessità oggettive (gli infortuni) inducono tuttavia a una considerazione: all’Inter di oggi manca il mercato estivo. Proviamo a spiegarci. L’investimento più oneroso, Martinez, siede costantemente in panchina: sinora zero minuti in campionato e zero in Champions. In linea teorica, visto che è stato preso per fare il secondo di Sommer, nulla di anormale, non fosse solo per il fatto che, come detto, è stato il giocatore su cui si è concentrato il massimo sforzo di spesa (già di per sè molto limitata). In difesa è arrivato Palacios: acquisto futuribile, oggi non è considerato un’alternativa spendibile. Gioca invece Zielinski, al momento per necessità soprattutto: al netto dei suoi infortuni e fino a quello di Calhanoglu, l’impiego del polacco era stato comunque misurato. Infine l’attacco. In campionato Taremi ha messo assieme 190 minuti, una soltanto schierato titolare (contro il Lecce), per il resto solo scampoli finali, compresi i tre minuti più recupero di domenica contro la Juve.
Meglio, come minutaggio, in Europa: 256 minuti, qui sempre titolare e sostituito contro lo Young Boys. Una volta soltanto però in gol, in Champions contro la Stella Rossa. Poco per chi avrebbe dovuto e dovrebbe permettere a Lautaro o Thuram di rifiatare. Più che altro utilizzato in coppia con Arnautovic in un tandem in ogni caso dallo scarso feeling calcistico: quando i due, assieme, hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra hanno deluso, demandando ai titolari la risoluzione dei problemi, come settimana scorsa contro lo Young Boys (fa eccezione la sola partita contro la Stella Rossa). Anche questo – meglio, tutto questo – diventa inevitabilmente un fattore quando si deve affrontare una stagione lunga, intensa e difficile, sulla quale stanchezza e infortuni hanno inciso, incidono e continueranno a farlo.
Rodri si gode il Pallone d’oro: “Il successo della normalità…”
Il Pallone d’Oro 2024 lo vince Rodri. Primo trionfo in carriera per il centrocampista spagnolo, classe 1996, che ha vinto la concorrenza dei madrileni (e assenti) Vinicius, Bellingham e Carvajal. Fuori per infortunio da fine settembre, quando ha riportato la lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro, Rodri si è imposto grazie ai trionfi nella scorsa stagione con Manchester City (Community Shield e Premier League) e Spagna, trascinata al successo nell’Europeo e venendo premiato come miglior giocatore del torneo. Salito sul palco del Theatre du Chatelet in stampelle, Rodri si è emozionato ringraziando chi gli ha permesso di trionfare: “È una notte incredibile per me. Devo ringraziare moltissime persone per essere ancora qui. Oggi è un giorno speciale per me, la mia famiglia e il mio Paese. Ringrazio mia moglie Laura, non sarebbe stato lo stesso senza di lei. Non dimentico i miei compagni di squadra. Gioco nel club migliore del mondo. Grazie anche alla Spagna con cui ho vinto l’Europeo. E poi c’è Carvajal, che ha avuto il mio stesso infortunio e meritava di essere qui. Anche Lamine lo vincerà presto”.
Rodri ha quindi sottolineato l’importanza della Spagna, che ha dominato questa edizione del Pallone d’Oro: “Questa è la vittoria del calcio spagnolo. Lo dedico a chi non l’ha vinto come Xavi, Iniesta e Casillas. Un giorno al Villarreal pensavo di smettere, convinto fosse tutto finito e che quel sogno non fosse possibile. Mio padre mi ha ridato tutte le motivazioni”.
Il centrocampista spagnolo ha aggiunto dettagli a livello tecnico e personale: “Sapevo che dovevo migliorare ancora e l’ho fatto negli ultimi anni. Ora penso di interpretare il ruolo in modo più moderno: oggi bisogna rendere anche come un attaccante. Sono un ragazzo normale, gentile coi miei compagni. Puoi avere successo anche essendo normale. Questi sono valori fondamentali per me. L’infortunio? Cerco di trovare il lato positivo. Ora festeggerò il Pallone d’Oro con chi mi vuole bene”.