In base agli ultimi dati aggiornati al 26 gennaio, i decessi in Cina legati al nuovo coronavirus sono 81, 2.827 i casi confermati, 5.794 quelli sospetti e 461 le persone attualmente in condizioni critiche. Solo 51 le persone dimesse dopo essere state curate.
Sono invece 44 finora i casi confermati all'estero: 8 in Thailandia; 5 in USA e Australia; 4 a Singapore, Taiwan, Malesia e Corea del Sud; 3 in Francia e Giappone; 2 in Vietnam; 1 in Nepal, Canada e Cambogia.
Nel frattempo, la festività nazionale del Capodanno è stata estesa fino a domenica, nel tentativo di contenere la diffusione del virus, ritardando le partenze di coloro che già si erano messi in viaggio. In tal modo le autorità di Pechino vogliono evitare di diffondere il contagio impedendo a centinaia di milioni di persone di tornare su treni, aerei e autobus per attraversare nuovamente la Cina.
A Shanghai, il governo locale ha imposto a tutte le aziende di rimanere chiuse fino al 10 febbraio. Il divieto si applica a tutte le società ad eccezione dei servizi di pubblica utilità, tra cui studi medici, farmacie, supermercati...
Quello che spaventa Pechino è l'aver accertato, rispetto alla Sars, la capacità di questo coronavirus di diffondersi prima che chi ne sia affetto ne presenti i sintomi.
In base a ciò, gli esperti ritengono che attualmente il numero reale delle persone infette sia nell'ordine delle decine di migliaia.
Nel frattempo, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è arrivato a Pechino per concordare con il governo cinese le contromisure contro l'epidemia.