Come cambiare lavoro (e vita) dopo i 40
“Vecchio, diranno che sei vecchio”
Ho 40 anni, anzi no, ne ho 42 e da un po’ di tempo, ogni mattina, mi svegliavo dicendomi che non si può continuare così.
Ho cambiato città, molti anni fa, ho salutato famiglia e amici, ho cercato (e trovato) altre mille famiglie (e loro hanno trovato me); ho studiato tanto, fatto sacrifici, cambiato mille case e preparato tante valigie. Mentre tutto questo accadeva, mi sono permesso di amare (abbastanza), di essere amato (abbastanza), ma anche a 40 anni (anzi no 42) si può cambiare.
Si lo so, l’ho già fatto anni fa, dopo un lavoro di 10 anni nella stessa Società, nella quale ho trovato una delle famiglie che mi sono ancora accanto; è che quelli come me hanno problemi con i cambiamenti e anche un trasloco da un piano all’altro lo definiscono Trasloco.
IO, che da 15 anni insegno agli altri a uscire dalla loro Confort zone: sii coerente, mi sono ripetuto. Chi ha superato i quaranta o i cinquant'anni è considerato dalle aziende e soprattutto dagli addetti alle risorse umane come un candidato “maturo”, come colui cui “qualcosa non è andato come doveva andare”.
Di solito, quello che succede è questo: superata una certa soglia, alcuni smettono di credere in una nuova possibilità di carriera (e di vita) e preferiscono restare dove sono facendo un semplice ragionamento, come la commedia (scritta nel 1870) da G. Giocosa: Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova (vi invito a leggere il testo completo perché tremendamente “odierno”.)
Torniamo alle aziende e ai selezionatori: escludendo coloro che pensano tu sia “vecchio”, i restanti ritengono i candidati oltre i quaranta o i cinquant'anni non solo membri appartenenti alla cosiddetta generazione Over 40 (o Over 50) ma professionisti con un bagaglio notevole di esperienza professionale, con le stesse chance di riuscire di un lavoratore giovane, brillante e disponibile a molti sacrifici (ma certamente meno esperto). Tuttavia, il rischio di “sentirsi” esperti navigati ha le sue controindicazioni, ecco perché vanno evitati degli atteggiamenti-tipo che emergono spesso dal curriculum vitae e che rischiano di mettervi in cattiva luce.
Piccoli consigli da un 40+2
Cosa non andrebbe fatto:
- Essere troppo sicuri di sé: avete tanta esperienza e desiderate fare in modo che emerga dalla lettura del vostro curriculum? Molti candidati sopra i 40 o 50 anni si presentano con un atteggiamento del tipo: "Ho fatto tante di quelle cose, conosco persone “che contano”, ho girato tutta Italia e mezza Europa." Si limitano perciò a mantenere aggiornato un curriculum impostato cronologicamente. Il curriculum vitae così cresce, fino a raggiungere una lunghezza impressionante, a volte di cinque, sei o più pagine che nessuno leggerà (ad eccezione delle ultime informazioni, che dovrebbero comunque essere all'inizio del documento, gli altri passaggi di carriera non sono considerati, anche se fondamentali). Chi si occupa di risorse umane non ha tempo per esaminare così tanti dati. Ricordatevi che un curriculum vitae va letto in pochi minuti!
- Piacere a tutti i costi: se vi ponete in funzione dell'approvazione assoluta di chi vi sta selezionando, rischierete di ritrovarvi bloccati in ogni aspetto di quel rapporto lavorativo futuro, sviluppando la stessa rabbia e frustrazione che tanto avete voluto abbandonare. Siate voi stessi (o qualcosa di simile): il Sei personaggi in cerca d’autore è il dramma più famoso di Pirandello ma non dimenticate che alla prima il pubblico contestò l’opera urlando la parola: Manicomio!
- Non fate confusione con le date: se mai doveste arrivare a un colloquio (spesso il primo via Skype), non dimenticate che il selezionatore ha davanti a se il vostro cv (per cui fatelo anche voi); attenti alle date e agli incarichi (formali e non); confondersi (o mentire) è come raccontare ad un amico le conquiste d’amore di una vita: vi sgamerà subito, sorridendo con sentimento di tenerezza!
- Non è l’ultima né l’unica possibilità che avrete: non è questione di “fortuna” ma solo di possibilità. Quante volte avete pensato “non troverò mai più nessuno che mi ama come mi ha amato lei/lui?” Forse ci vorrà del tempo ma prima o poi ricapita e spesso la Storia ha migliore prospettiva di vita e di successo!
Cosa andrebbe fatto:
- Mettete al centro di tutto le vostre competenze informali e non formali: chi ha letto il vostro cv (o profilo Linkedin) sa già cosa avete studiato, quanti e quali certificati avete ma non sa cosa non avete scritto (perché non riuscivate a trovare le parole per spiegarlo). Parlate di quello che avete appreso senza necessariamente avere dei certificati ufficiali e/o in ambienti più simili alla vita quotidiana (Associazionismo, attività sportive, hobbies). Molti dei selezionatori apprezzano questi aspetti più “umani” e potrebbero collocarvi fra coloro che possono fare la differenza.
- Preparatevi all’imprevisto: il mondo è davvero molto più piccolo di quanto possiate immaginare. Se non siete alla ricerca di un primo impiego (a 40/50 anni?), se avete già esperienze professionali passate (non necessariamente nella stessa città e nello stesso ambito), ci sarà un nome di persona che avete sicuramente condiviso con chi vi sta selezionando. Non fate commenti di alcun genere (e nel caso solo molto diplomatici), potreste trovarvi davanti al marito, alla moglie, l’amante, l’amico. E’ un colloquio di lavoro, non un aperitivo al circolo di società.
Se siete arrivati a leggere questo “articolo” (e lo avete finito), vuol dire che state seriamente (o non) pensando di cambiare vita. I 40 non sono i nuovi 30 e i 50 non sono i nuovi 40, che poi io ne ho 42 e non avrei proprio voglia di ritornare a 32 e ricominciare…
In bocca al lupo!
di Francesco Rappoccio
Formatore, Orientatore, Project Manager