Prima di rituffarsi nel solito tran tran post ferie, spesso se non sempre deprimente, è opportuno ricorrere ad una scorta di buonumore che possa fare da ammortizzatore al rientro nella quotidianità. E per farsi due risate, non c'è nulla di meglio delle dichiarazioni di Renzi e dei renziani. È vero... a prenderle sul serio farebbero innervosire e non poco, ma a prenderle per il giusto verso, come provocazioni comiche, paradossi da avanspettacolo, finiscono per essere divertenti, molto divertenti.
Sentite che cosa hanno dichiarato in relazione alla difesa del Jobs Act, adesso sotto attacco a causa di un possibile referendum abrogativo annunciato da Landini (Cgil) e supportato da Schlein (Pd).
Partiamo da Maria Elena Boschi:
"Ho letto il dibattito aperto dal vostro giornale [QUotidiano Nazionale, ndr] e trovo davvero incredibile come il Pd tradisca la propria battaglia per diventare subalterno all'asse Cgil-M5S. Il Jobs Act ha creato più di un milione di posti di lavoro. Ha ridotto la precarietà. Ha vietato le dimissioni in bianco delle donne per evitare una pratica barbarica anti-gravidanza. Ha ridotto le tasse sul lavoro. Il Jobs Act è stato una grande vittoria del Pd. Il fatto che oggi tornino indietro è la dimostrazione che con Schlein i riformisti non hanno più cittadinanza in quel partito. ...Mi domando come facciano a non avvertire lo stridore tra l'aver sostenuto, votato, spiegato, difeso quella legge per tanti anni [riferendosi ai parlamentari dem, ndr] e la posizione della loro segretaria che oggi dice: cancelleremo il Jobs Act con un referendum. Ma come si fa? La paura di perdere il posto in Parlamento è così alta da non avere il coraggio di dire che il Jobs Act è stato un bene per il Paese e un elemento costitutivo della storia del Pd? Non potranno cancellare la storia: ripudiando ciò per cui hanno tanto lavorato, rinnegheranno se stessi.A microfoni spenti, a taccuini chiusi, ti dicono che così non va. Che abbiamo ragione noi a lamentarci della Schlein. Che il referendum contro il Jobs Act è una follia. Poi però quando si accendono le telecamere, tacciono perché hanno paura della segreteria. E dire che quella è la riforma di Poletti, di Padoan, di De Vincenti, di Bellanova: tutta gente che veniva dal Pci-Pds-Ds. Altro che misura renziana.Lo ha spiegato benissimo Nannicini, altro uomo di sinistra che possiamo inserire tra i padri di quella riforma, in una intervista al Qn. Più di un milione di posti di lavoro, via la componente Irap costo del lavoro, decontribuzione. Ma al netto dei risultati, che pure sono certificati dall'Istat e non dall'ufficio studi di Italia Viva, il punto politico è un altro: con il Jobs Act il Pd era il partito del lavoro, dell'impresa, di chi ci prova. Con il reddito di cittadinanza diventa la brutta copia del M5S e accetta un'economia basata sui sussidi.Nel caso si arrivasse davvero al referendum anti Jobs Act, per noi sarebbe un regalo, perché ci consentirebbe di coagulare intorno al nostro schieramento le energie migliori dell'Italia che produce. E dimostrerebbe come sia superficiale e mediocre l'araomentazione di chi dice che il Jobs Act ha creato precarietà: ridicolo prima ancora che falso".
Sul tema si è espresso anche il proprietario e fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi:
"Chi critica il JobsAct non lo ha nemmeno letto. Sfido Elly Schlein a un dibattito pubblico sulla legge su cui lei vuol fare un referendum abrogativo.Sono pronto ad andare a prendermi i fischi alla Festa dell’Unita di Ravenna o a ospitare la segretaria PD civilmente alla festa di IV di Santa Severa. Un dibattito civile sul milione di posti di lavoro creati dal JobsAct e sul referendum che lei propone per inseguire i grillini. Se Elly non se la sente - e la capisco - mi va bene confrontarmi anche con un esponente PD che faceva il ministro o il parlamentare quando si è votato quella legge che oggi il PD disconosce.Ci sarà un coraggioso che accetta il dibattito o scapperanno tutti? La politica è anche confronto. Io non ho paura. Voi, amici del PD?"
Il coraggiosissimo Matteo Renzi, un politico che fa l'esatto contrario di ciò che l'etica insegna e noto per fare l'esatto contrario di ciò che aveva promesso in passato, insieme alla sua "delfina" Boschi, compagna di ventura, si dimenticano che quel provvedimento come prima cosa ha precarizzato il lavoro creando contratti a tempo determinato della durata di tre anni, alla fine dei quali un lavoratore, nel caso non sia stato licenziato in precedenza, ha il 50% di possibilità di essere assunto a tempo indeterminato.
Qual è stata la conseguenza di tale riforma del lavoro? Che un giovane che in precedenza sarebbe stato assunto a tempo indeterminato, con il contratto "inventato" da Renzi, quando va in Banca a chiedere un mutuo gli dicono di ripassare quando sarà assunto a tempo indeterminato oppure se ha qualcuno che possa offrire garanzie di un qualche tipo per suo conto. Naturalmente Renzi, presentando il Jobs Act, aveva detto che grazie a lui, finalmente, un giovane poteva andare in banca e chiedere un mutuo.
C'è bisogno di aggiungere altro?