10 febbraio, Giorno del Ricordo. Questa la dichiarazione del 2022 del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

«Il Giorno del Ricordo richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti all’esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo.È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre.La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l’orribile succedersi di crimini contro l’umanità di cui è testimone il Novecento. Crimini che le genti e le terre del confine orientale hanno vissuto con drammatica intensità, generando scie di risentimento e incomprensione che a lungo hanno segnato le relazioni tra popoli vicini.L’Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall’affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro.Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile. Questo è l’impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti».

La dichiarazione di Mattarella, più o meno, dà alla commemorazione il senso che dovrebbe avere, indicando nel nazionalismo e nella guerra la responsabilità di quanto accadde in quel lembo di terra tra Italia, Slovenia e Croazia.

Ma il ricordo di quelle vittime è stato usato e tuttora viene usato come strumento di propaganda politica dai partiti dell'estremismo di destra, che vogliono riscrivere la storia per sdoganare il concetto che, in fondo, i fascisti erano brava gente e che il regime fascista era pertanto accettabile, portando a dimostrazione le foibe e l'esodo istriano, di cui la responsabilità è attribuibile ai comunisti di Tito. 

Il modo di "sragionare" di questi personaggi che in pubblico dicono di rinnegare il fascismo, ma sempre con i dovuti distinguo, salvo poi celebrarlo in privato, è alla base del Giorno del Ricordo che celebrano fingendo una commozione per le vittime che è utilizzata come strumento di contrapposizione politica. E se qualcuno glielo sbatte in faccia... danno di matto.

La pseudo sinistra della responsabilità neoliberista si guarda bene dal ricordare il revisionismo con cui la destra illiberale ha voluto l'istituzione di questa giornata, così ci ha pensato il professor Tomaso Montanari:

Naturalmente, gli estremisti di destra che fingono commozione per le foibe, celebrando il nazionalismo e la contrapposizione politica che ne sono stati all'origine, continuano nel loro perverso intento.

Questa la dichiarazione odierna di Matteo Salvini:"Onore, ricordo e preghiera. Per difendere la memoria di chi ha sofferto e ha pagato con la propria vita innocente la sola colpa di essere una donna italiana o un uomo italiano. Perché non ci siano più morti di serie A e morti di serie B.Perché chi nega e minimizza l’eccidio delle #Foibe - ancora oggi - uccide due volte. E noi non dimentichiamo".

Questa quella di Giorgia Meloni:"Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe e dell'esodo istriano, fiumano e dalmata.Non è stato facile far sì che la vicenda dei martiri del confine orientale fosse riconosciuta da tutti. Nonostante, ancora oggi, qualche giustificazionista continui a gettar fango sul dolore e sul sangue di migliaia di persone, l'Italia - con la legge 92 del 2004 - riconosce il dramma che vissero i nostri connazionali e lo celebra così come essi meritano.Affinchè [così lo ha scritto, ndr] più nessuno debba subire quei torti, affinché tutti possano ricordare cosa - per troppi - ha significato essere italiani: non vi abbiamo dimenticati, non vi dimenticheremo.Anche per questo continueremo a lavorare per rafforzare il legame che lega la nostra Nazione alla comunità ancora presente in quei territori e salvaguardare la cultura italiana nell'Adriatico orientale".

La nazionalista Meloni, poverina, evidentemente non sa, fa finta di non sapere oppure si è dimenticata tutto ciò che sta all'origine delle foibe. Per chi lo volesse ricordare o conoscere, ecco quello che ne ha scritto qualche giorno fa Gianni Cuperlo su Domani:

Questi i motivi, veri, che hanno portato alle violenze in quel triangolo di terra tra Italia, Slovenia e Croazia. Non riconoscerlo significa gettare i semi perché possa accadere nuovamente in futuro. È tanto difficile comprenderlo? Per alcuni sì.