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Vuoto educativo, movide violente, ludopatia. - Papa Francesco avvia il “Patto Educativo Globale”. - Lagnese: Possono e debbono fare di più le nostre parrocchie e noi sacerdoti.

CASERTA - (AISNEWS – Ernesto Genoni) - Nell’omelia del monsignor Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta, per la Santa Messa di Sant’Anna, al Santuario della patrona della città, il vescovo, ha toccato alcuni aspetti di criticità che vive la comunità casertana e non solo. 

“Sono mille le cose che ci stanno a cuore – ha commentato  Lagnese -  maggiore sicurezza sulle nostre strade, maggiore attenzione ai più fragili, agli anziani, ai malati, a chi vive una situazione di disagio perché povero, straniero o, semplicemente, solo; maggiore senso di giustizia e di legalità, e poi, la salubrità del nostro clima, la custodia della nostra terra che vogliamo non più sfregiata, inquinata, violentata e offesa; e ancora, un lavoro che sia sicuro, equo e per tutti; e poi, spazi comuni decorosi, molto più verde e case: dignitose, come quelle che, ce lo auguriamo, con l’aiuto di tutti, potranno finalmente riavere le famiglie del quartiere di via Trento, ma anche altre famiglie di altri rioni della Città. Come Chiesa di Caserta, con il sogno della rigenerazione dell’area dell’ex Macrico, vorremmo contribuire a questo.”

Alla ribalte delle cronache una movida violenta affligge anche Caserta.

“In questo momento c’è però un altro fenomeno che ci fa stare particolarmente in ansia ed è quello della movida violenta che riguarda, per la verità, non solo la nostra Città, e neppure soltanto il nostro territorio provinciale e regionale, ma l’intero nostro Paese: gli atti di violenza, di bullismo, di teppismo, di litigi per futili motivi che sistematicamente si trasformano in scontri, risse, e che, purtroppo, si susseguono sempre più spesso tra noi. Non possiamo consentire che questi fatti si ripetano. Esattamente un anno fa denunciammo, proprio in occasione della festa della nostra patrona, questa deplorevole situazione e, di lì a poco, a un mese di distanza, ci vedemmo costretti ad assistere, impotenti, alla morte per accoltellamento, la notte del 28 agosto, a pochi metri da qui, di un giovane casertano. Assolutamente non dobbiamo permettere che scorra altro sangue per le nostre strade. Assolutamente non possiamo consentire che altre mamme e altri papà, debbano vedere i loro figli non far ritorno a casa, dopo una serata trascorsa in strada con i loro amici. 

Per questo c’è bisogno che si faccia di più; che le istituzioni facciano di più, che le forze dell’ordine siano ancora più presenti, nella consapevolezza che i tempi difficili che stiamo vivendo richiedono un maggiore senso di responsabilità della classe politica italiana, degli amministratori, delle donne e degli uomini dello stato, ma prima ancora di tutti noi adulti.

Di noi che abbiamo ricevuto una straordinaria eredità morale - proprio come ci dice oggi il libro del Siracide - dai nostri genitori e dalle generazioni che ci hanno preceduto e che abbiamo il dovere di trasmettere, con altrettanta generosità, a nostra volta, ai nostri giovani, ai figli di oggi e alle generazioni che ci seguiranno.”

E poi ha denunciato un grande vuoto educativo.

“C’è, infatti, un vuoto educativo spaventoso: noi grandi, ai giovani pare che non riusciamo più a indicare strade, a consegnare ideali; così abbiamo abdicato al nostro ruolo di educatori, illudendoci di poter affidare ad altri questa missione. La realtà è che, forse, non lo sappiamo fare più. Non sappiamo più educare: abbiamo perso l’abitudine e, ciò che è peggio, pare siano venute meno le motivazioni. Sì, perché per accompagnare, educare, ci vuole fiducia, ci vuole speranza, ma soprattutto si richiede la capacità di guardare avanti, il desiderio di volersi donare, di fare qualcosa per gli altri, in una parola: amore e passione per la vita. È questo ciò che manca. Lo dicono tanti indicatori: innanzitutto la paura di mettere su famiglia e, collegata a questa, quella di fare figli, e caso mai, l’idea di poterli anche uccidere nel grembo della mamma, come spesso avviene anche tra noi a Caserta - la città di Sant’Anna - nota purtroppo per essere sede ogni anno di numerosi aborti. C’è un inverno demografico che non può non preoccuparci e che richiede interventi strutturali, se si vuole favorire un cambio di tendenza.” 

Altro grande problema la ludopatia, il vizio del gioco d’azzardo.

“Un altro elemento che è indicatore della crisi, ed è la triste piaga della ludopatia che vede il territorio della provincia di Caserta tra i primissimi posti a livello nazionale. Secondo le statistiche la provincia di Caserta, pur essendo tra le più povere d’Italia, è tra le primissime province del Paese in cui, in rapporto al numero di abitanti, si gioca di più, e ciò utilizzando le sole numerose possibilità legali, senza tener conto delle scommesse clandestine. Nella Diocesi di Caserta, in particolare, ogni giorno si destina oltre 1 milione di euro al gioco d’azzardo legale.”

“Carissimi,  - ha supplicato il Vescovo Lagnese - rimettiamo al centro del nostro impegno la sfida educativa. Per questo scopo Papa Francesco ha promosso l’iniziativa di un Patto Educativo Globale, avente come obiettivo quello di «ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione». Si tratta - egli dice - di «unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna». 

Forse anche noi, come Chiesa, abbiamo indietreggiato e siamo venuti meno alla nostra missione educativa. Può e deve, invece, fare di più la nostra Chiesa di Caserta, provando a fare rete con le altre comunità educative; possono e debbono fare di più le nostre parrocchie e noi sacerdoti, aprendo i nostri spazi, ma soprattutto andando a cercare i giovani dove essi vivono, studiano e si radunano. Abbiamo una straordinaria tradizione di impegno che dobbiamo riscoprire e rilanciare: penso ai nostri oratori, ad associazioni come l’AGESCI e l’Azione Cattolica, alla presenza dei figli di Don Bosco, e alle tante esperienze di volontariato che hanno contribuito a formare generazioni e generazioni di donne e di uomini maturi, cittadini responsabili, cristiani credibili, laiche e laici impegnati per costruire un mondo più fraterno e solidale, anticipo del Regno di Dio che viene.”

Autore Ernesto Carlos Genoni
Categoria Politica
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