I cinesi sono tornati. Così hanno dichiarato alcuni esperti di sicurezza informatica per commentare l'allerta lanciata dal Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, in relazione ad un attacco su larga scala portato soprattutto ad aziende fornitrici di servizi.

Il gruppo, che sta conducendo l'attacco tramite il massiccio invio di malware e che si è fatto identificare come "cloudhopper", ma che in passato ha agito anche con gli pseudonimi Red Leaves e APT10, secondo molte aziende di cybersecurity è legato al governo cinese.

I cinesi sono tornati perché gli attacchi hacker provenienti dalla Cina erano drasticamente diminuiti dopo l'accordo del 2015 tra il presidente cinese Xi Jinping e l'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, mirato a porre un freno ai furti per via telematica.

Dopo le tensioni tra Usa e Cina, collegate alla guerra commerciale in atto tra i due Paesi, le attività di hacking riconducibili a Pechino sono drasticamente aumentate... e non sono dirette esclusivamente alle aziende americane.

Quest'ultimo attacco, su cui ha lanciato l'allerta il Dipartimento di Sicurezza Nazionale Usa, infatti, prende di mira soprattutto le società di servizi nei settori dell'energia, della sanità e delle comunicazioni, perché tramite queste sarebbe poi possibile per gli hacker accedere facilmente agli account personali di migliaia di utenti.