Nel De Trinitate di sant’Agostino, leggiamo: «Se mi si domanda come si realizzò l’Incarnazione, dico che il Verbo di Dio si è fatto la carne, cioè uomo, senza essere tuttavia convertito e trasformato in ciò che si è fatto esattamente in tal modo che in lui si trova non solo il Verbo di Dio a causa della natura divina, e uomo a causa della natura umana».[1] 

Al di là delle considerazioni che sono proposte nella citazione appena riportata, essa è importante e meritata di essere riproposta, perché mette in guardia dal trarre conclusioni troppo affettate sulla “qualità cristiana di tale pensiero”. Infatti, se noi volessimo sintetizzare in una sola considerazione il pensiero trinitario dell’Incarnazione di Agostino, dobbiamo dire che Gesù Cristo si è fatto uomo per cercare l'uomo smarrito.

Il Signore nostro, il quale si è fatto uomo per noi, sempre è stato Dio presso il Padre e sempre sarà, o meglio, sempre è.  In principio, dunque, Dio non creò il Verbo, perché: In principio era il Verbo. Appunto il Verbo che era in principio, dov'era? E il Verbo era presso Dio. Per l'ascolto consueto di parole di uomini, noi siamo abituati a non dar peso al nome che è proprio della Parola.  

Cristo è Salvatore in quanto mediator, identificato con il Padre per natura  e con l’uomo per amore, capace di riconciliare con Dio l’uomo (eletto) alienato dal peccato.  Verbo incarnato, rivelazione dell’assoluta onnipotenza di Dio.

Il Cristo è luogo di meditazione della salvezza e di purificazione dell’uomo, in una parola, di giustificazione, che lo conduce alla beatitudine della contemplazione.

Incarnazione del Verbo di Dio e che ne prefiguravano la venuta, rispondo che Dio le ha realizzate. l’Incarnazione - il Verbo di Dio si è fatto carne, cioè uomo, senza essere tuttavia convertito e trasformato in ciò che si è fatto, e si è fatto esattamente in tal modo che in lui si trova non solo il Verbo di Dio e la carne dell’uomo. Dio a causa della natura divina, e uomo a causa della natura umana. l’Incarnazione del Verbo, si è realizzata la voce del Padre o la forma corporea sotto la quale lo Spirito Santo si è manifestato, ciò è avvenuto per mezzo della creatura.

Tuttavia, come è doveroso, possiamo lasciare l’ultima riflessione a sant’Agostino stesso, per il quale l’approfondire la conoscenza del mistero di Dio, è un cammino che non può mai aver fine: «per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con l’intelligenza ciò che ho creduto, ed ho molto disputato e molto faticato. Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore».[2] 

sac. prof. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Łydek

  

[1] P. SGUAZZARDO, Sant’Agostino e la teologia trinitaria del XX secolo, p. 595.
[2]Ibid., p. 613.