L'inviata "porriana" di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici, fa a Romani Prodi la seguente domanda: 

"La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio, cosa ne pensa di questo passaggio?" Prodi: "Ma che cavolo mi chiede? Non ho mai detto una roba del genere in vita mia". Orefici: "È un passaggio nel Manifesto di Ventotene".Prodi: "Lo so benissimo signora, non sono un bambino. Ma era nel 1941, gente messa in prigione dai fascisti. Cosa pensavano secondo lei, all'articolo secondo della Costituzione? Ma il senso della storia ce l'ha lei o no?"Orefici: "Volevo sapere cosa ne pensava, visto che era stato citato". Prodi: "Allora le cito un verso di Maometto e lei mi dice cosa ne pensa di Maometto? Questo è far politica in modo volgare, scusi".

Dopo essersi fatta umiliare, la giornalista porriana non ci sta e tramite l'azienda partito a cui è iscritta (o in cui lavora?), Forza Mediaset, pubblica il seguente comunicato:

"Durante la manifestazione Libri come 2025 - Festa del libro e della lettura a Roma, l'inviata di Quarta Repubblica Lavinia Orefici ha posto una domanda in modo garbato al Presidente Romano Prodi e ha ricevuto come risposta parole stizzite, irrispettose e una tirata di capelli. La giornalista, in modo educato, aveva chiesto un commento su un passaggio del Manifesto di Ventotene, sbandierato nelle piazze. "Che cavolo di domanda è? Questo è un modo volgare di fare politica", è stata la risposta di Prodi, dal tono infastidito e sarcastico. E poi una mano del Presidente ha afferrato una ciocca dei capelli della giornalista e l'ha strattonata. È stato il gesto di un attimo che ha lasciato scioccata e senza parole la giornalista. In decenni di lavoro, mai ci saremmo aspettati un gesto simile nei confronti di una collega da un ex Presidente del Consiglio. Il Presidente Prodi, oltre a rispondere alla mia domanda con tono aggressivo e intimidatorio, ha preso una ciocca dei miei capelli e l'ha tirata. Ho sentito la sua mano fra i miei capelli, per me è stato scioccante. Lavoro per Mediaset da 10 anni, inviata all'estero su vari fronti e non ho mai vissuto una situazione del genere. Mi sono sentita offesa come giornalista e come donna".

Queste le immagini dell'accaduto: 

Ma il terribile gesto di cui è stata vittima la povera lavoratrice iscritta a Forza Mediaset, l'inaccettabile e scioccante violenza da lei subita mentre cercava onestamente di mettere insieme, alla bell'e meglio, un po' di propaganda a supporto di un talk show spazzatura come quello di Nicola Porro... dov'è?

Non si vede. E, infatti, Prodi smentisce:

"Nessuno strattone o tirata di capelli. Come tutti i giornalisti e le persone presenti possono testimoniare ho appoggiato una mano sulla sua spalla perché stava dicendo cose assurde".

Ma come, deve essersi chiesto Porro... mi capita di far passare Prodi, l'85enne Prodi fondatore dell'Ulivo e del PD, come un quasi violentatore di donne e lascio perdere un'occasione simile? Impossibile.

Ecco allora che lo sfegatato sostenitore di Melolni & co si è inventato lo scoop del secolo, quello che avrebbe fatto impallidire tutti gli scoop di Biscardi messi insieme: il "frame" che inequivocabilmente mostra l'efferato delitto commesso da Prodi:

"Toc toc, Romano Prodi: chi dice bugie, adesso? - scrive sul suo sito Nicola Porro -. L'altro giorno, poco dopo l'aggressione verbale (e non solo) dell'ex premier alla giornalista Lavinia Orefici vi avevamo raccontato che quello che era andato in scena a favor di telecamere non era un “battibecco” come qualcuno sosteneva, ma molto di più. Nessuno vuole piagnucolare, ma l'ex presidente della Commissione Ue non ha solo risposto malamente, e con immensa maleducazione, ad una cronista che gli aveva posto una domanda legittima e semplicissima, ma le ha anche messo le mani addosso. Abbiamo il video, il frame che lo dimostra. Volete vederlo? Eccolo..."

E qual è il frame che Porro pubblica come prova? Questo...

Non è uno scherzo. Già di per sé, anche se fosse accaduto quello che il Porro e la sua giornalista sostengono - riportato in toni così apocalittici -, in una scala da 0 a 100, la vicenda avrebbe un valore pari a -100. Ma la cosa ancor più incredibile è che la prova schiacciante di cui parla Porro... non esiste!

Ma perché meravigliarsene? In fondo, lo sappiamo che quello che Porro sostiene non è vero... volendo proprio esagerare, al massimo, sono da considerarsi battute, scherzi. 

Ricordate quando per telefono minacciò l'allora presidente di Confindustria Emma Marcegaglia dicendo al suo addetto stampa, Arpisella,  "adesso ci divertiremo a rompere il c.zzo a Marcegaglia per venti giorni», aggiungendo di aver spostato i segugi da Montecarlo a Mantova (a Montecarlo vi era l'appartamento che mise nei guai "politici" Gianfranco Fini, mentre Mantova è dove ha sede il gruppo Marcegaglia)? 

Era uno scherzo!

E allora, conoscendo la vena comica di Porro, perché non dovremmo considerare anche questa vicenda come un semplice scherzo? Perché dovremmo continuare a prendere sul serio uno come Nicola Porro e, insieme a lui, quelli che per suo conto fanno propaganda per Meloni & co?