A metà ottobre, il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen aveva contestato il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede Paul Gallagher, facendogli presente che Israele era in attesa che il Vaticano esprimesse una condanna chiara e inequivocabile delle "azioni terroristiche omicide dei terroristi di Hamas che hanno colpito donne, bambini e anziani per il solo fatto di essere ebrei e israeliani".

Questo mercoledì, al termine dell'udienza generale in Piazza San Pietro, il Papa ha detto: 

"Questa mattina ho ricevuto due delegazioni, una di israeliani che hanno parenti come ostaggi in Gaza e un'altra di palestinesi che hanno dei parenti che soffrono a Gaza. Loro soffrono tanto e ho sentito come soffrono ambedue: le guerre fanno questo, ma qui siamo andati oltre le guerre, questo non è guerreggiare, questo è terrorismo. Per favore, andiamo avanti per la pace, pregate per la pace, pregate tanto per la pace. Che il Signore metta mano lì, che il Signore ci aiuti a risolvere i problemi e non andare avanti con le passioni che alla fine uccidono tutti. Preghiamo per il popolo palestinese, preghiamo per il popolo israeliano, perché venga la pace. A tutti la mia Benedizione!"

Il Papa ha incontrato poco prima delle 7.30 a Santa Marta dodici familiari di ostaggi israeliani e poco prima delle 8.00, nell'auleta dell'Aula Paolo VI,  dieci familiari di palestinesi di Gaza, cristiani e musulmani. Presenti il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, e un prete greco-ortodosso (Vatican News).

Francesco, pertanto, ha accontentato Eli Cohen, dicendo chiaramente e inequivocabilmente quello che tutte le persone in grado d'intendere e di volere già sapevano, definendo terrorismo non solo ciò che Hamas ha fatto nel sud di Israele il 7 ottobre, ma anche ciò che da un mese e mezzo Israele sta facendo a Gaza, dato che quella dello Stato ebraico non è una guerra, ma un genocidio.