Come riassumere il problema? Ricorrendo ai modi di dire, la frase più adatta è "non c'è trippa per gatti".

Dopo aver governato per un anno, Giorgia Meloni e i suoi ministri si sono accorti che in cassa non ci sono soldi da spendere, nonostante abbiano detto e ripetuto che in Italia le cose andavano più che bene... addirittura meglio che in altri Paesi. Invece, nonostante tutto questo benessere, raschiando il barile il governo Meloni si è accorto che, al massimo, può far fronte alla spesa corrente, forse continuando anche a consegnare armi all'Ucraina.

Il guaio è, per i (post) fascisti che domani si riuniranno per litigare su che cosa sia possibile finanziare - almeno in parte - nella prossima legge di bilancio, che ci saranno promesse elettorali che dovranno attendere, nonostante la necessità di far regalie agli italiani sia enorme in vista delle elezioni europee del prossimo anno che saranno abbinate alle amministrative per il rinnovo di alcuni consigli regionali.

Un bel guaio. Ma non è il solo, considerando che, come ha ricordato oggi la Fondazione GIMBE, alla sanità pubblica mancano 47 miliardi di euro... con tutto quel che ne consegue in termini di servizi e assistenza.

E allora che può fare il governo Meloni per togliersi dall'imbarazzo? Trovare un colpevole su cui scaricare il problema. È quello che sanno fare i (post) fascisti, da sempre! 

E qual è stavolta il colpevole? Il Superbonus! Lo ha annunciato, anzi ripetuto, il ministro delle Finanze Giorgetti anche a Cernobbio. È il Superbonus l'origine di tutti i mali, quello che addirittura gli provoca ogni mese il mal di pancia. Secondo il Mef avrebbe sballato i conti dell'Italia. I giornalisti della propaganda (post) fascista sono stati prontamente istruiti e all'unisono, con il classico atteggiamento tra il supponente e l'irridente che li contraddistingue, assicurano che è così e che purtroppo, a causa di ciò, ne dobbiamo pagare il fio.

Naturalmente, quando erano in campagna elettorale, Salvini e Meloni, insieme agli stessi giornalisti propagandisti, dicevano l'esatto contrario, dichiarando che il Superbonus fosse fondamentale per la crescita edilizia e che fosse necessario tutelarlo. E che dire della Lega che faceva parte del governo che, grazie al Superbonus, ha visto crescere il Pil come l'Italia non vedeva dagli anni '60, quelli del boom economico.

Ma Meloni & Co. sono questa roba qua, come direbbe Bersani... perché ce ne dovremmo stupire? Magari dovremmo stupirci di chi li vota. 

La coerenza (post) fascista è stata dimostrata, sempre in questi giorni, anche dal ministro degli Esteri Tajani che è andato in Cina a lamentarsi che Pechino non importa abbastanza dall'Italia, nonostante l'accordo sulla via della Seta. Però Salvini, e anche Meloni, ha detto che con la Cina non vuole più avere rapporti privilegiati, dicendo che quell'accordo che scade nel prossimo anno non sarà rinnovato!

E che cosa ha prodotto in un anno il governo Meloni? 

Gli ultimi dati Istat registrano un calo del Pil del -0,4%, nell'ultimo mese un crollo della fiducia delle imprese, un -7,2% della produzione industriale a giugno, un'inflazione che vede i prezzi del carrello della spesa aumentati di circa un 10% rispetto a un anno fa, mentre l'occupazione a luglio è in pesante calo. Basta questo? No. Ci sono i mutui saliti del 60-70% e i mancati investimenti legati al Pnrr, con il Governo che nel 2023 ha speso finora solo 2 miliardi dei 33 previsti.

Nel caso del Pnrr, però, non possono dare la colpa Conte e ai 5 stelle, perché, come ha certificato Matteo Renzi, è stato Draghi a riscriverlo e a tirare in ballo Draghi Meloni & Co. - al,meno per il momento - hanno più di una remora, oltre che qualche problema, visto che due partiti dell'attuale maggioranza lo hanno supportato per quasi un paio d'anni. Ma con i (post) fascisti non dobbiamo sorprenderci di nulla.

Intanto si preparano per dirci che bisognerà tirare la cinghia e dovremo continuare a tirare a campare... come se prima non lo avessimo fatto. Ma Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia non avevano assicurato agli italiani che con loro al governo tutto sarebbe stato diverso rispetto a prima... meglio, non peggio come invece i conti dimostrano.