Dal Taccuino #47

Attraversare il Paradosso e Mostrare il Mostro

Proemio

L'uomo non teme solo l'irreversibilità del danno che egli stesso provoca, teme la sua capacità di danneggiare. Questo timore è il cuore di una condizione paradossale che non si limita a esporre le contraddizioni del pensiero umano, ma le rende il motore della nostra esistenza. Il paradosso non è un ostacolo, ma la necessaria condizione per sviluppare una lente alternativa, uno strumento che superi le dicotomie e acceda a una comprensione che abita la profondità dell'essere senza dissolverla.


Parte I: La Natura del Paradosso

1. L'Antinomia del Danno

L'umanità è intrappolata in un circolo vizioso: la consapevolezza della propria capacità distruttiva genera paura, ma questa stessa paura alimenta un'agire caotico che amplifica il danno. Questa dinamica esprime il nodo gordiano della nostra esistenza: una rete di tensioni e contraddizioni irrisolvibili con la logica della causalità lineare o della morale dualistica. Piuttosto che sciogliere questo nodo, dobbiamo imparare ad attraversarlo, comprendendo che il paradosso stesso è un riflesso della complessità dell'essere.

2. Il Mostro nell’Ombra

Il mostro, simbolo del perturbante e dell’orrore umano, è la manifestazione esterna del caos interiore. L'uomo lo crea, lo teme e cerca di reprimerlo. Tuttavia, è proprio questa repressione che conferisce al mostro il suo potere. Mostrare il mostro diventa un atto di disarmo epistemico ed esistenziale, rivelando la sua natura costitutiva e dissolvendo il suo dominio. Non si tratta di controllarlo, ma di accettare la sua inevitabile presenza come parte integrante di realtà.


Parte II: Oltre il Binario

1. La Lente Binaria: Limiti e Funzionalità

Le categorie di bene e male, ordine e caos, giusto e sbagliato sono strumenti utili ma limitanti. La lente binaria è il risultato di un'evoluzione cognitiva finalizzata alla sopravvivenza. Tuttavia, nel tentativo di comprendere le dinamiche complesse della realtà, essa si rivela inadeguata. Per superarla, è necessario sviluppare una lente polifonica, capace di accogliere simultaneamente le sfumature contraddittorie e di integrare le tensioni paradossali che le contraddistinguono.

2. Materia, Corpo, e Visceralità

L'approccio alternativo si fonda sul concetto di sentire viscerale. Non si tratta di un'emozione superficiale, ma di una forma pre-riflessiva di percezione radicata nei neuroni cardiaci e nell'essenza corporea dell'essere. La lente alternativa emerge da un'indagine fenomenologica e biologica che integra la materia e la sostanza come fondamenti epistemici. Nel corpo si trova un crocevia in cui caos e ordine si incontrano, offrendo una base per una comprensione che supera le tradizionali dicotomie della cosiddetta mente.


Parte III: Costruire la Lente Alternativa

1. Decostruzione del Linguaggio

Il linguaggio, intriso di dualità, è uno strumento che "usa noi" più di quanto noi usiamo esso. Ogni parola è un contenitore di significati stratificati che spesso limitano la nostra capacità di osservare realtà per ciò che è e per ciò che sono, reale per ciò che è. La costruzione della lente alternativa richiede una decostruzione radicale delle parole e dei concetti che modellano la nostra percezione. Termini come "paura", "danno" e "mostro" devono essere scomposti fino alla loro essenza prelinguistica e ricostruiti in modo da rivelare il loro nucleo esistenziale.

2. L’Entropia come Modello

La realtà non è un sistema statico, ma un flusso entropico in continua trasformazione. L'entropia, spesso vista come disordine, diventa qui il modello per comprendere come il caos generi struttura e viceversa. La lente alternativa non impone un ordine lineare, ma si sintonizza con questo flusso, osservando come le dinamiche complesse emergano dall'interazione di forze apparentemente opposte. Il paradosso non è un limite, ma una possibilità generativa.


Parte IV: Attraversare il Paradosso

1. Abitare l’Irrisolvibile

La lente alternativa non elimina il paradosso; lo accoglie. Abitare l’irresolvibile significa accettare che alcune contraddizioni non possono essere risolte, ma solo vissute. Questo atto di accoglimento è trasformativo. Significa entrare in dialogo con l’assurdo senza cercare di dominarlo, ma lasciandosi trasformare dalla sua presenza. L’irresolvibile diventa una fonte di conoscenza.

2. La Trasparenza come Processo

La trasparenza non è uno stato, ma un processo continuo di affinamento percettivo e concettuale. Attraverso il sentire viscerale, la decostruzione del linguaggio e l'osservazione sistemica, possiamo costruire una lente che ci consente di attraversare il paradosso senza esserne distrutti. Questo processo richiede un impegno costante, un equilibrio precario tra il lasciarsi attraversare e il mantenere un centro di gravità.


Conclusione: Oltre l’Ombra

L’uomo, sceso negli inferi, non torna per celebrare la luce, ma per portare con sé una visione trasformata. La lente alternativa non è la fine del cammino, ma un compagno di viaggio. Attraverso di essa, possiamo osservare la realtà nella sua crudezza, senza veli, e mostrarla per ciò che è: un caos magnifico, terribile e, infine, comprensibile. In questo atto di osservazione, l'umanità può iniziare a riconoscere il proprio ruolo non come dominatore del caos, ma come parte integrante di un flusso dinamico che non necessita di controllo, ma di comprensione e di abitazione.

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