Censure incensurate: continua la polemica su Facebook alla COP26 di Glasgow
Dopo anni di entusiasmo e lodi al Deus ex machina della totale libertà e indipendenza dell'informazione, a seguito dei social è poi esplosa la bomba. Mediatica anch'essa, per l'appunto. Tutto è partito dagli attacchi rivolti al gigante più antico tra essi, Facebook di Zuckerberg.
Tralasciando le questioni che stanno attanagliando ultimamente il colosso mediatico, concentriamoci sul problema ambientale e soprattutto climatico e l'autenticità nella diffusione di informazioni scientifiche.
Il riferimento è al comitato indipendente che ha indagato su tale aspetto. Nei siti citati emergono i soliti Breitbart, Newsmax, The patriot vari, negazionisti del Climate Change, sull'onda della Nuova Destra Statunitense e al cosiddetto autarchismo Trumpiano. Il problema investe poi la creatura commerciale di Zuckenberg, rea secondo il rapporto, di tollerare questi profili bannandone altri, senza un'apparente logica (visto che l'ispiratore della corrente ideologica di tutti costoro, Donald Trump. è stato definitivamente sospeso da Facebook e Twitter, lasciando poi inalterati i siti dei suoi followers, in un assurdo paradosso). Ma il punto cruciale è forse un altro.
La libertà di informazione prevede una monodirezionalità della gestione delle notizie? Sulla quaestio del Climate Change, ci sono state una marea di voci diverse sulla dinamica del problema, non solo negazioniste, ma anche critiche sull'impostazione teorica o fuori dal coro nella parte avversa, quella possibilista. Nelle accuse a Facebook di censurare in modo non approfondito e le difese di Zuckenberg in una schermaglia senza fine, una sola cosa rimane chiara ed è accaduta. Che la conferenza di Glasgow è stata un quasi fallimento (fatto denunciato anche ieri nel Friday for Futures di Glasgow dalla stessa Greta Thunberg).
Le censure, le schermaglie, le polemiche, ma anche la vera disinformazione scientifica a cui in parte questo articolo allude, non fanno altro che confluire in una confusione mediatica convogliata sull'utente comune e sulla comunità scientifica, ortodossa e non ortodossa. E alla fine, chi non vuole che i vertici del potere politico ed economico arrivino ad una risoluzione del problema, trionfa. E Glasgow e similia falliscono nei Bla Bla denunciati da Greta.
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