"No borders" un ideale pericoloso
Non conosco veramente l'identità di questo movimento "no borders, no nations" ma leggo, da un sito web, che il suo scopo è quello di creare "una "super" federazione planetaria sovrannazionale - l'unione di tutti i popoli di tutto il mondo".
Detto così sembra molto bello, opinione molto utopica ma piena di fervore per il bene dell'umanità.
Purtroppo non è così, dietro a questi proclami si cela un pericolo che può essere catastrofico per le sorti di noi tutti.
Vediamo il pericolo minore: con l'entrata in vigore della Convenzione Schengen, che regola l'apertura delle frontiere con la libera circolazione dei cittadini e delle merci tra i paesi firmatari di detto accordo, (tralasciamo il tema dell'Euro) una nazione, perdendo i confini, perde, in parte, la propria sovranità nazionale.
Un paese senza sovranità nazionale, cessa alcune funzioni prerogative di uno stato quali il controllo, la sorveglianza delle proprie frontiere e permette a chiunque di entrare e uscire impunemente nel proprio territorio, portando armi, droga, prodotti di qualsiasi genere. Diventa un paese alla mercé di chiunque vuole delinquere. E' vero, questo avveniva anche in passato , prima di Schengen, ma sicuramente in misura più piccola e soprattutto a causa della nostra negligenza.
Veniamo al pericolo più letale.
Parliamo di un pericolo ben più peggiore: le Multinazionali, i Grandi Capitali.
Queste entità sono proprio quelle che hanno interesse che i cosiddetti "no borders" prolifichino.
Le Multinazionali hanno bisogno del mare aperto, di poter espandersi a proprio piacimento perché la loro linfa vitale è quella di trovare mercati sempre più vasti, per poter crescere a loro volta, per diventare sempre più grandi. E più grande sei, più è facile cannibalizzare i più piccoli, metterli fuori gioco. Il desiderio della "Multinazionale" è trovare un continente come l'Europa, ricco senza confini per omogeneizzare il mercato. Lo vediamo qui nel nostro paese, gli artigiani, i piccoli imprenditori stanno sparendo o lottando strenuamente una lotta impari. Per fare un esempio banale, le marche dei prodotti che vedi nelle vetrine della tua città sono le stesse che trovi in qualsiasi posto nel mondo. La creatività del soggetto non esiste più, esiste solo la strategia mondiale di marketing. Amo le differenze, amo l'originalità e la cultura autoctona dei popoli ma tra non molto saranno tutte qualità scomparse.
E la "Multinazionale" crescendo dal punto di vista economico (il giro di affari è superiore al PIL di molti paesi) occupa le nazioni anche dal punto di vista politico. Può esercitare la propria influenza sui governi, fa approvare le leggi che più gli tornano utili, senza che te ne accorgi viene tolta la democrazia (quella poca che rimane) al popolo. Sino a quando la "Multinazionale" sarà annidata nei vari livelli di uno stato, e non ci saranno più bisogno di elezioni.
Il consiglio di amministrazione della "Multinazionale" penserà direttamente a governare, ratificando di volta in volta le proprie decisioni con un semplice verbale di riunione, firmato in calce dal presidente e dal segretario.
Questo forse è quello che i "no borders" vogliono davvero?