La dimensione sociale dell'Eucaristia: "fino al mille, e anche oltre, il termine chiesa indicava le persone che si ritrovavano insieme"
«Senza la messa noi saremmo una società diversa. Senza la messa in tutto l’Occidente e l’Oriente non avremmo le chiese. Altre religioni hanno luoghi di preghiera differenti. Noi chiamiamo “chiesa” questo edificio per una sorta di trasposizione di significato, ma occorre ricordare che fino al mille, e anche oltre, il termine chiesa indicava le persone che si ritrovavano insieme».
Lo ha detto il vescovo Franco Giulio Brambilla nell’omelia della celebrazione della festa patrona di San Giuliano a Gozzano, lo scorso 7 gennaio.
Un appuntamento che celebra uno dei primi evangelizzatori del nostro territorio – insieme al fratello Giulio – e che il vescovo ha voluto dedicare alla riflessione di come proprio la fede cristiana – e il suo cuore, la celebrazione dell’Eucaristia – abbia cambiato e plasmato il nostro vivere sociale. Articolando la riflessione proposta in tre punti: «Senza Eucaristia non avremmo una società capace di gratuità; senza Eucaristia non avremmo una società capace di buoni legami; senza Eucaristia non avremmo una società capace di carità. Eucaristia e gratuità, Eucaristia e buoni legami, Eucaristia e carità, sono i tre risvolti sociali della Messa. Questo vale per la Messa che celebriamo qui e ora, così come per ogni domenica, in cui si celebra la Messa “per eccellenza”, pasqua della settimana».
(fonte: diocesinovara.it)