«La dottrina sociale della Chiesa concorda con una visione nella quale più investitori si attendono una giusta remunerazione dalle risorse raccolte, per poi convogliarle al finanziamento di iniziative che puntano alla promozione sociale e collettiva. Il pensiero cristiano non è contrario per principio alla prospettiva del profitto, piuttosto è contrario al profitto a qualunque costo, al profitto che dimentica l'uomo, lo rende schiavo, lo riduce a cosa tra le cose, a variabile di un processo che non può in alcun modo controllare o al quale non può in alcun modo opporsi.La gestione degli affari richiede sempre da parte di tutti una condotta leale e limpida, che non ceda alla corruzione. Nell'esercizio delle proprie responsabilità è necessario saper distinguere il bene dal male. Infatti, anche nel campo dell'economia e della finanza, retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunte. Si tratta di individuare e percorrere con coraggio linee di intervento rispettose, anzi, promozionali della persona umana e della società».
Questo è quanto Papa Francesco ha ricordato ai dirigenti di Cassa Depositi e Prestiti, ricevuti martedì in Vaticano per celebrare i centosettanta anni dalla nascita di quella istituzione che ha il compito di contribuire alle necessità e allo sviluppo del Paese, a sostegno degli enti locali, della formazione professionale e della produttività.
Per questo Francesco ha ricordato ai presenti di essere «chiamati a gestire giorno per giorno, con scrupolosa attenzione, le relazioni con le varie realtà che si rivolgono a voi per un sostegno. Un'istituzione come la vostra può testimoniare in concreto una sensibilità solidale, favorendo il rilancio dell'economia reale, quale volano di sviluppo delle persone, delle famiglie e dell'intera società. Anche in questo modo si può accompagnare il graduale cammino di una nazione e servire il bene comune, con lo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo».