Il dato congiunturale a luglio relativo all'andamento dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è visto dall'Istat in aumento del +0,5%, rispetto al mese precedente.

L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+11,3%), cui si aggiunge quella dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%); in calo i prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,6%).


Il dato tendenziale, rispetto a luglio 2020,  è in crescita del +1,9% (dal +1,3% del mese precedente), mentre la stima preliminare era del +1,8%.

Tale accelerazione dell'inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +14,1% di giugno a +18,6%) e in particolare di quelli della componente regolamentata che registrano a luglio un'impennata della crescita (da +16,9% a +34,2%), mentre i prezzi della componente non regolamentata rallentano (da +12,8% a +11,2%). Un contributo, anche se in misura minore, è fornito dai prezzi degli Alimentari lavorati (che invertono la tendenza da -0,4% a +0,2%), da quelli degli Alimentari non lavorati (che riducono la flessione da -1,1% a -0,2%), da i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (la cui crescita passa da +1,0% a +1,3%), con una leggera flessione registrata invece nei Servizi relativi ai trasporti (da -1,4% a -0,2%).


L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +0,6% e a +0,4% (entrambe da +0,3% di giugno).


L'inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,6% per l'indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.


L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione dell'1% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e un aumento dell'1,0% su base annua (da +1,3% di giugno); la stima preliminare era +0,9%. Il rallentamento dell'IPCA (diversamente dal NIC che accelera) si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua registrano un'inversione di tendenza da +0,6% a -12,1% a causa del calo congiunturale (-18,2%) molto più ampio di quello di luglio 2020 (-6,4%), quando l'avvio dei saldi fu posticipato al primo agosto nella maggior parte delle regioni.


L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell'1,9% su base annua.