Esteri

Questa è la bella vita degli "immigrati clandestini"

In un tweet di alcune ore fa, Oscar Camps,  attivista catalano fondatore e direttore della ong Proactiva Open Arms tramite cui supporta le operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale della nave Open Arms, ha pubblicato le immagini dei corpi di alcuni migranti abbandonati da alcuni giorni su una spiaggia libica.

"A nessuno importa di loro", perché evidentemente non tutte le persone e le loro vite, per alcuni, valgono alla stessa maniera. 

In fondo ce lo ricordano chiaramente i sorridenti e umanissimi teorici del prima gli italiani, quelli che un'ora sì e l'altra pure spendono tempo, risorse ed energie nel ricordare alla folla che li segue che tizio o caio sono stati umiliati o asfaltati, che sempronio è contro gli italiani e che i migranti sono "immigrati clandestini", merce che viene "scaricata" sulle coste italiane dagli "scafisti delle ong".

Gente simile, naturalmente, evita di ricordare ai loro "devoti" la disperazione che porta delle persone a tentare la sorte sfidando il pericolo di una traversata in mare le cui possibili conseguenze sono mostrate dalle immagini di Oscar Camps.


Eppure, gente simile parla di blocchi navali e respingimenti in mare, anche nei confronti di chi è a poche centinaia di metri da una costa, senza spiegare poi che cosa sarà di quelle persone, perché non utile alla loro propaganda.

Ed è per questo che delle foto di Oscar Camps non diranno nulla. 

Non è che gli altri, i cosiddetti democratici, siano migliori, dato che sono loro che si sono inventati di finanziare i trafficanti libici per trattenere ad libitum, nei loro lager, i migranti provenienti dall'Africa centrale. Evidentemente anche tale soluzione al problema migrazioni, come da molte parti ampiamente anticipato, non si è dimostrata utile, oltre che sensata!

Questo il commento di Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana, sulla vicenda:

"Voglio condividere con voi le parole di Nancy Porsia - giornalista, esperta di fenomeni migratori e #Libia, intercettata a sua insaputa senza essere indagata per le sue inchieste - con le quali denuncia il dramma che si sta consumando, in queste ore, sulle coste libiche. Dramma di cui il nostro Paese e l'Europa sono complici.«Circa venti barconi sono stati fatti partire da Zwara, città nell'estremo Ovest sulla costa libica, nelle ultime due settimane. Per circa due anni, tra il 2015 e il 2017, le forze locali erano riuscite a porre fine al traffico degli esseri umani in seguito alle manifestazioni e alle proteste della società civile locale... Stanca di assistere alla morte di donne, uomini e bambini nel proprio mare, sulle proprie spiagge.Ad un certo punto, la società civile si è ritrovata nuovamente costretta ad imbracciare le armi, nell'ennesima guerra civile in cui è piombata la Libia dalla fine della Rivoluzione.L'Europa, consapevole ma incurante del gioco dell'oca a cui sono costretti i migranti in Libia, ha mandato soldi a pioggia in Libia. La mafia si è rimboccata le maniche.Così che tornano a riaffiorare dal mare i corpi sulle spiagge di Zwara. Uomini, donne e bambini. Lo scorso sabato, un mio amico ha trovato questi corpi nel tratto di spiaggia della sua casa... Bambini»".

Autore Fabrizio Marchesan
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