Save the Children, comunicato stampa - Sono 250 milioni le bambine e i bambini che non vanno a scuola nel mondo [1]. Uno su due dei minori non scolarizzati vive nei 36 Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici [2]. Nel 2022 un bambino su sei (468 milioni in totale) viveva in una zona di guerra e nello stesso anno sono aumentate del 13% le gravi violazioni nei confronti dei bambini in contesti di conflitto: in media 76 al giorno [3].
L'Africa registra da anni il maggior numero di minori che vivono in zone di conflitto armato, 183 milioni di bambini e bambine. Le conseguenze della crisi climatica hanno inoltre contribuito a portare almeno 33 milioni di persone nell'Africa orientale e meridionale a livelli emergenziali di insicurezza alimentare [4]. Dei 774 milioni di minori che subiscono le conseguenze del duplice impatto di povertà e rischio climatico, il 40% si trova in Africa subsahariana [5].
Di fronte a questi dati, gli impegni che prenderanno i leader dei Paesi del G7, riuniti da domani in Puglia, saranno fondamentali. Lo dichiara Save the Children, sottolineando che i diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti devono essere in cima all'agenda del vertice.
Il momento di agire è ora, per proteggere i più vulnerabili dalle crisi globali che li stanno mettendo a rischio, da quella economica a quella climatica, dai conflitti e dalle crescenti disuguaglianze.
In particolare, i Paesi del G7 dovrebbero agire per assicurare il diritto all'educazione e affrontare la crisi educativa, contribuendo a colmare urgentemente il gap di finanziamenti per l'educazione a livello globale: i fondi multilaterali come la Global Partnership for Education e Education Cannot Wait devono essere pienamente finanziati, ma occorre anche assicurare finanziamenti aggiuntivi. Inoltre, è necessario cooperare con i paesi partner in Africa per costruire sistemi educativi di qualità, inclusivi e resilienti e mantenere gli impegni presi nei precedenti summit per garantire l'accesso alle bambine e alle ragazze a un'educazione di qualità.
Per affrontare la sfida rappresentata dai cambiamenti climatici, Save the Children chiede che i leader del G7 si impegnino per la definizione di un nuovo obiettivo finanziario globale ambizioso, New Collective Quantified Goal (NCQG) in vista della COP29, e a sostenere il Fondo per Perdite e Danni, assicurando finestre di finanziamento a diretto beneficio dei bambini. I Paesi del G7 dovrebbero dimostrare una forte volontà di attuazione dell'accordo preso a COP28 sulla transizione dai combustibili fossili, impegnandosi a realizzare piani di transizione nazionali allineati all'obiettivo del 1,5°C, che includano l'abbandono graduale di carbone, petrolio e gas. Save the Children sottolinea inoltre come i minori debbano essere riconosciuti come agenti chiave di cambiamento nell'affrontare la crisi climatica, sostenendo il loro diritto di espressione e la loro partecipazione alla definizione delle politiche climatiche a livello locale, nazionale e globale.
Riguardo alle migrazioni, Save the Children chiede ai G7 di garantire canali migratori sicuri e regolari di ingresso, che avrebbero ricadute positive per tutte le parti coinvolte promuovendo il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo sostenibile dei Paesi di origine, transito e destinazione. Inoltre, è fondamentale assicurare la protezione delle persone più vulnerabili, fra cui i minori, e garantire l'accesso alla protezione e ai servizi di base, come la scuola e la sanità pubblica.
È inoltre necessario – sottolinea l'Organizzazione – sostenere la cancellazione rapida e completa del debito per i Paesi vulnerabili a basso reddito e avviare e sostenere negoziati multilaterali presso le Nazioni Unite per istituire un meccanismo di ristrutturazione del debito che includa tutti i creditori, accessibile a tutti i Paesi a basso e medio reddito.
Infine, Save the Children chiede ai Paesi membri del G7 di mettere in atto ogni sforzo per far prevalere la pace e la difesa dei diritti umani e mettere fine alle violenze e ai conflitti armati che minacciano milioni di bambini e bambine nel mondo. Occorre rispettare e garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei suoi principi di distinzione, proporzionalità e precauzione, condannando inequivocabile e senza ambiguità tutte le violazioni del diritto internazionale umanitario compiute da qualsiasi attore in ogni conflitto, e assicurare urgentemente l'accesso all'assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose.
[1] www.unesco.org/en/articles/250-million-children-out-school-what-you-need-know-about-unescos-latest-education-data
[2] Save the Children ha utilizzato i dati dell'UNESCO sui bambini che non frequentano la scuola primaria e secondaria e li ha confrontati con il punteggio del rischio di cambiamento climatico di ciascun Paese in termini di capacità di migliorare la resilienza, secondo l'indice della Global Adaptation Initiative dell'Università di Notre Dame (ND-GAIN), disponibile per 181 Paesi. Abbiamo diviso i Paesi in quintili in base al loro livello di rischio climatico, quindi abbiamo calcolato quanti bambini non scolarizzati si trovano in ciascun gruppo di rischio (quintile). Il Sud Sudan, che non era coperto dall'ND-GAIN, è stato inserito nel nostro quintile più alto in quanto è uno dei Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici a livello globale, secondo l'indice ND-GAIN.
[3] Save the Children “Stop War On Children: Let children Live in Peace”, 2023
[4] Save the Children, 2019. 2019: Climate shocks claim more than 1200 lives across East and Southern Africa. Available from https://www.savethechildren. net/news/2019-climate-shocks-claim-more1200-lives-across-east-and-southern-africa
[5] Save the Children, “Generation Hope: 2.4 billion reasons to end the global climate and inequality crisis”, Report, 2022