Amore & Viaggi - Piccola storia di ordinario turismo - Infatuazione iberica
Cipro, un muro che non è caduto...
I nostri due avevano qualche pregiudizio sulla Spagna: faccia oscura dell’Italia, dittatura, povertà. Immaginavano signorotti latifondisti scorrazzare a cavallo per immense campagne, ex imperialisti decaduti, matrone con manterilla e ventaglio. E le isole? Recinti turistici ad uso del popolo bue, secondo i nostri due eroi.
All’agenzia fanno notare che tutto sta cambiando. Risultato: vacanza alle Canarie, per un po' di riposo, sia chiaro.
Act I - LANZAROTE
Alla Malpensa attacca un temporale e durante il decollo un fulmine colpisce l’aereo:pronta arriva la rassicurazione dello steward, ma intanto si sono persi qualche battito cardiaco.
All’arrivo li accolgono uno splendido sole e un magnifico vento: atterraggio sofferto.
Sono previste due settimane di relax in quest’isola vulcanica dalle viscere in ebollizione, disegnata come un presepe da un nativo architetto.
Ecco qui: strade deserte che si perdono nel nulla dei vulcani spenti; piccoli borghi e palmeti; strane vigne infossate nella terra nera per non essere abbattute dal vento; le saline; qualche relitto abbandonato.
A fianco di Lanzarote giace, ancor più sperduta, “La Graciosa”, abitata da pescatori.
Diego Diaz, artista della sabbia e asserito pittore, sedicente playboy, è il primo spagnolo con cui fanno conversazione. Parla del suo campionario femminile. I pittori iberici sono tutti così gagliardi?
Incoraggiati dalla guida, si buttano in un' imbarazzante escursione a dorso di cammello.