"Con questi referendum si continua a guardare al futuro con lo specchietto retrovisore, ma il mondo del lavoro è cambiato e servono tutele nuove. Il referendum è sbagliato nel merito e in ogni caso abrogando la disciplina dei licenziamenti sul contratto a tutele crescenti non si torna all’articolo 18 e al reintegro, ma alla riforma Fornero che tra l’altro comporterebbe una riduzione dell’indennizzo da 36 a 24 mensilità. Insomma, una battaglia di retroguardia che non intercetta le criticità di oggi: abbiamo il record di occupati, ma resta al palo la capacità di raggiungere alti salari".
Questa dichiarazione è di Daniela Fumarola, segretaria generale della CISL. In pratica, la segretaria di uno dei maggiori sindacati italiani invita i propri iscritti (e non solo) a disertare i referendum dell'8 e 9 giugno, oppure a votare no, almeno ai quesiti che riguardano il lavoro, che mirano a riformare/cancellare il Jobs Act voluto da Renzi.
Perché, invece, è necessario votare SÌ? Per farlo, basterebbe consultare le statistiche sull'occupazione diffuse mensilmente dall'Istat. I nuovi occupati che Meloni (e non solo lei) "spaccia" come dipendenti a tempo indeterminato, in realtà vengono definiti dall'Istituto di statistica come "permanenti".
Infatti, i nuovi assunti con il "contratto renziano" sono in realtà dipendenti a tempo determinato in prova per tre anni che, a fine periodo, avranno il 50% di possibilità di essere assunti... a meno che nel frattempo non siano già stati licenziati.
Che cosa ha determinato questa "celebratissima" riforma del lavoro? Un'ulteriore tassello per colpire i lavoratori e rallentare la crescita del Pil creato in Italia. In che modo? Chiunque lo può verificare di persona chiedendo a qualsiasi banca.
Infatti, nessun Istituto di credito, a differenza di quanto propagandava Matteo Renzi, concede un mutuo ad un lavoratore che è stato assunto con il Jobs Act, perché per qualsiasi banca quel dipendente è un dipendente a tempo determinato.
Pertanto solo dopo tre anni, se il contratto sarà stato trasformato in un contratto a tempo indeterminato, quel lavoratore potrà avere i requisiti per chiedere un mutuo, sposarsi e metter su famiglia. Quindi, il Jobs Act è un ulteriore elemento che si è aggiunto a quelli già esistenti come leva negativa per favorire la denatalità.
E allora perché non recarsi alle urne per votare SÌ ai referendum dell'8 e 9 giugno?