"Con la presente - si legge in una delle lettere inviate ai lavoratori e rese note dal sindacato - Le comunichiamo il recesso della nostra società dal rapporto di lavoro con lei intercorrente con effetto immediato al ricevimento della presente, esonerandola dal prestare attività lavorativa durante il periodo di preavviso contrattualmente a lei spettante".
Dopo che martedì, al Mise, nessun passo avanti era stato fatto nella trattativa Whirlpool relativa allo stabilimento di Napoli, l'azienda a partire da oggi ha iniziato ad inviare le prime lettere di licenziamento ai 340 dipendenti.
Così, in una nota, hanno commentato la mossa della proprietà Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil e responsabile elettrodomestico e Rosario Rappa, segretario generale Fiom Cgil Napoli:
"La tracotanza di Whirlpool non ha limiti. La multinazionale, contravvenendo agli impegni presi, ha inviato oggi pomeriggio le prime lettere di licenziamento alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento partenopeo di via Argine. Questo ennesimo atto di arroganza arriva proprio mentre aspettiamo la sentenza del Tribunale di Napoli che dovrà decidere sul ricorso presentato da Fim Fiom Uilm sulla condotta antisindacale della multinazionale americana. A dimostrazione del fatto che Whirlpool, oltre a fare carta straccia degli accordi sindacali siglati con il Governo, non rispetta neanche la magistratura italiana.A giorni il Governo dovrà convocarci con i ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico che dovranno assumersi la responsabilità di costruire un percorso per dare continuità occupazionale alle lavoratrici e ai lavoratori di Napoli. Un percorso che scongiuri i licenziamenti, che per noi sono inaccettabili. La lotta proseguirà fino a quando lo stabilimento di via Argine non riprenderà a produrre. Non abbandoneremo mai le lavoratrici e i lavoratori".
Questo, invece, è ciò che ha dichiarato il segretario generale Cgil Napoli e Campania Nicola Ricci:
"La misura è colma: la multinazionale Whirlpool, con un tavolo di crisi del governo ancora in atto, con il coinvolgimento della Regione Campania e del Comune di Napoli, e in attesa del pronunciamento del Tribunale di Napoli, avvia i licenziamenti dei lavoratori, dimostrando arroganza e mancanza di rispetto. Ora i ministri della repubblica ci mettano la faccia, altrimenti in questo Paese ogni gruppo industriale sarà legittimato ad andare via quando vuole, disconoscendo accordi e ruoli istituzionali. Va combattuto l'atteggiamento antisindacale della Whirlpool e garantita la continuità dell'occupazione ai lavoratori di via Argine".
L'ira dei sindacati è motivata dal fatto di aver chiesto alla Whirlpool che, prima dell'invio delle lettere di licenziamento, si attendesse che i dipendenti fossero presi in carico da un altro datore di lavoro, in modo da non interrompere retribuzioni e contratti, sulla base di quanto era stato loro promesso dal ministero del Lavoro il 19 ottobre. Adesso, però il Governo ha cambiato le carte in tavola, dichiarando l'indisponibilità a che i lavoratori di via Argine potessero almeno essere assunti da un'entità ponte in attesa che prendesse forma l'ipotesi di un nuovo consorzio prospettata al tavolo di crisi. A seguito di ciò, Whirlpool ha iniziato a far partire le lettere di licenziamento.
Tutto questo nonostante che all'incontro di martedì al Mise, la vice ministra Todde abbia dichiarato che il Governo stia vagliando alcune proposte di reindustrializzazione dell'area.
In ogni caso, Whiropol ha fatto sapere che nelle lettere di licenziamento restano confermate le offerte di un incentivo all'esodo pari a 85.000 euro o in alternativa il trasferimento presso lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese.