Il dato congiunturale relativo al fatturato dell'industria a novembre 2020, al netto dei fattori stagionali, indica una diminuzione del -2% rispetto al mese precedente. Anche per gli ordinativi le cose non vanno meglio, con una riduzione, rispetto ad ottobre, del -1,3%.

Il dato del fatturato riflette un calo del -2,5% del mercato interno e una flessione del -1% di quello estero. Per gli ordinativi, invece, la diminuzione è dovuta ad una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-3,8%) e di una crescita di quelle provenienti dall'estero (+2,5%). Con riferimento agli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie, a novembre solo i beni intermedi segnano un aumento congiunturale dello 0,8%; i beni strumentali e i beni di consumo registrano un calo di entità pressoché analoga (-2,5% i primi e -2,6% i secondi); l'energia continua a contrarsi in maniera significativa (-14,2%).


Su base trimestrale, il periodo di riferimento è settembre-novembre che si raffronta al trimestre luglio-agosto, il fatturato dell'industria fa segnare un +3,8%, mentre per degli ordinativi l'aumento è del +5,1%.


Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di novembre 2019), il dato tendenziale del fatturato mostra un calo del -4,6%, con un -4,5% per il mercato interno e un -4,9% per quello estero.

Con riferimento al comparto manifatturiero, le altre industrie manifatturiere e la metallurgia registrano la crescita tendenziale più rilevante (+4,8% le prime e +4,5% la seconda), mentre l'industria tessile e dell'abbigliamento e il settore della raffinazione del petrolio continuano a segnare le peggiori performance (-21,7% e -39,2% rispettivamente).

In termini tendenziali l'indice grezzo degli ordinativi aumenta del +5,3%, con risultati positivi su entrambi i mercati (+3,4% quello interno e +7,9% quello estero). La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore dei computer e dell'elettronica (+38,5%) e nel comparto dei mezzi di trasporto (+22,6%), mentre i risultati peggiori si rilevano per i macchinari e le attrezzature (-5,3%) e nell'industria industria tessile e dell'abbigliamento (-13,1%).