L'amianto oggi, purtroppo è ancora presente in molte costruzioni.
Nel 1992 con la legge n. 257 l'Italia vieta tutti i prodotti contenenti amianto, e quindi l'estrazione, l'importazione, la commercializzazione e la produzione di manufatti contenenti amianto, secondo un programma di dismissione il cui termine ultimo viene fissato al 28 aprile 1994.
A oggi, le persone che hanno subito danni da amianto sono migliaia, e tuttora gli effetti nocivi di quel materiale influiscono sullo stato di salute di chi è stato a contatto con prodotti contenenti amianto.
La malattia professionale da amianto, va dimostrata come diretta conseguenza tra il lavoro svolto e la patologia di cui il lavoratore è affetto. I luoghi di lavoro sono sottoposti a norme rigide di sicurezza, le quali, purtroppo, a volte sono eluse. L'art. 2087 del Codice Civile stabilisce che - 𝘪𝘭 𝘥𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦̀ 𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘢𝘥 𝘢𝘥𝘰𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘮𝘪𝘴𝘶𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦, 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰, 𝘭’𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘤𝘯𝘪𝘤𝘢, 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘦𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘭’𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘧𝘪𝘴𝘪𝘤𝘢 𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘮𝘰𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰.
Come richiedere il risarcimento per danni da amianto?
Il danno biologico subito a causa di contatto con amianto va risarcito.
Sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali vi sono approfondimenti relativi al tema amianto: La Legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha previsto l'istituzione, presso l'INAIL, di un Fondo per le Vittime dell'Amianto volto ad erogare una prestazione economica aggiuntiva alla rendita in favore di coloro che hanno contratto patologie asbesto correlate per l'esposizione all'amianto ed alla fibra "fiberfrax" e, in caso di premorte, dei loro eredi. Tale intervento allinea la legislazione italiana con quella dei principali paesi europei nei quali sono presenti analoghe tipologie di Fondo.
I titolari di rendita INAIL hanno diritto alla prestazione aggiuntiva Fondo Vittime Amianto in seguito al riconoscimento di patologie contratte per causa professionale. Ne hanno diritto coloro che sono rimasti vittima dell’amianto a partire dal 2015.
Il fondo per vittime da amianto
È una prestazione economica aggiuntiva alla rendita, non soggetta a tassazione Irpef, istituita dalla legge finanziaria 2008 (art. 1, commi 241-246, legge 244/2007), stabilita in una percentuale della rendita in godimento.
Se si è vittime di esposizione ad amianto è necessario rivolgersi a uno studio tecnico legale, che possa valutare l'entità del danno e richiedere il risarcimento. Infatti, l'esposizione alle fibre di amianto può causare, anche un danno morale, derivante da un turbamento psichico in seguito all'insorgenza della malattia.
A chi rivolgersi in caso di danni da amianto?
Anche se non vi è alcun dubbio circa la correlazione tra lavoro e insorgenza di malattia professionale, è necessario rivolgersi a studi legali specializzati, come, ad esempio, Tutelaprima, che opera in tutta Italia.
Lo studio tecnico legale, attraverso una fitta rete di partership, riesce a indirizzare il procedimento per risarcimento danni da amianto verso un'adeguata liquidazione.
Grazie a esperti del settore vengono raccolti tutti i dati e le informazioni (cartelle cliniche, esami specialistici ecc.) e si provvede a definire e a quantificare il danno biologico e il danno patrimoniale derivante da diminuite capacità lavorative (oltre a danno morale e danno esistenziale).