Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) presenta dal 21 dicembre 2022 al 13 febbraio 2023 una mostra dal titolo: «Bizantini luoghi, simboli e comunità di un impero millenario» curata da Federico Marazzi dell‘Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Il percorso della mostra sviluppa le fasi storiche successive all’impero Romano d’Occidente, dedicando un’attenzione particolare a Napoli (città “bizantina” per circa sei secoli, dopo la conquista da parte di Belisario e le sue armate nel 536 d.C.) e approfondendo i legami fra Grecia e Italia meridionale.
Napoli bizantina è un tema cruciale che fa luce sull‘ intreccio di destini tra la città partenopea e Bisanzio. L'intreccio di tale comunità di destini tra Napoli e Bisanzio coprì un lasso temporale che si estese per sei secoli in cui la città e il suo territorio vissero un duraturo periodo di autogoverno e di indiscussa autonomia da dominazioni straniere.
Dagli anni trenta del IX secolo il controllo imperiale diretto si era indebolito e la città, pur continuando a essere formalmente dipendente da Bisanzio, istituì un proprio governo autonomo dando luogo al Ducato di Napoli: per trecento anni essa fu governata da un duca locale investito di poteri assoluti e sostenuto dalle più importanti famiglie locali.
La città, grazie a un porto ben accessibile e a efficienti collegamenti diretti con l'entroterra, accrebbe sempre più la sua importanza e divenne una base logistica per i traffici commerciali che si estendevano sino a Roma e al Tirreno settentrionale. Ciò favorì una politica di familiarità e apertura verso gli Arabi, soprattutto dopo che questi ebbero avviato la conquista della Sicilia (827) e di fatto ebbero sostituito i Bizantini nel controllo del mar Tirreno.
Attraverso tali vicende, Napoli costituisce una sorta di portale di accesso privilegiato al mondo bizantino : un immaginario collegamento tra il mondo occidentale e quello dell'Impero di Bisanzio cui Napoli, pur nella sua autonomia, restò fedele più di chiunque altro. Dalla "visione" di Napoli bizantina si può perciò entrare nel cuore dell'Impero tenendo in mano una sorta di filo di Arianna che consente di conoscere anche quel mercato comune bizantino fatto di rotte, traffici e scambi economici e culturali.
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