A Salisburgo, mercoledì e giovedì, i capi di Stato e di Governo, insieme al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, si sono ritrovati per una riunione informale per discutere su migrazione, sicurezza e Brexit.

In una cena che ha avuto luogo ieri sera, i leader hanno parlato soprattutto di migrazione, sia in relazione all'attualità che alle misure da prendere per far ridurre gli arrivi irregolari, e su come gestire la cooperazione tra i Paesi membri. Nella cena sono state discusse le proposte della Commissione presentate qualche giorno fa da Juncker, quando ha aggiornato il Parlamento europeo sullo Stato dell'Unione, riguardo alla possibilità di creare una Guardia costiera e di frontiera europee, un'Agenzia per i richiedenti asilo, migliorare la politica per il rimpatrio, rafforzare i percorsi legali verso l'Europa.

Per quanto riguarda gli sbarchi e la redistribuzione dei migranti, è stata avanzata pure la possibilità che i Paesi dell'Unione possano decidere di "pagare" in sostituzione dell'accoglienza... un po' come l'Europa ha fatto con la Turchia che in cambio di 6 miliardi di euro si è "tenuta" i rifugiati provenienti dalla Siria. Una idea di "solidarietà" che, a detta del premier Conte, non incontrerebbe il favore del nostro Paese.

Giovedì si è parlato invece di sicurezza interna e Brexit. Sul primo aspetto, i capi di Stato e di governo hanno fatto il punto sui progressi compiuti per migliorare la cooperazione di polizia e quella giudiziaria, rafforzare la sicurezza delle frontiere e migliorare la capacità di prevenzione e controllo nel settore informatico. Inoltre, hanno discusso anche su come rafforzare la lotta contro i trafficanti di esseri umani e le reti di trafficanti.

Sulla Brexit è stato fatto un riassunto dei 50 colloqui finora svolti tra Gb e Ue, insieme ai relativi progressi, o presunti tali, dando anche delle linee guida da seguire al capo negoziatore Michel Barnier, in vista della fase conclusiva delle trattative, su come in futuro Gran Bretagna e Unione Europea si dovranno rapportare tra loro, e su come tutelare gli interessi dell'Irlanda.

Inutile riportare le singole posizioni dei vari Stati sui vari temi perché il vertice non aveva alcun crisma di ufficialità. Un pourparler che è servito solo per ricordare le differenze che dividono invece di unire quella che si chiama, e chissà ancora per quanto, Unione europea