Sono stato veramente impressionato dall'energia, dalla visione e dalle riforme che sta realizzando per liberare il potenziale dell'Italia. La sua volontà di cambiare lo status quo e guardare al futuro lo ha fatto diventare una voce importante in Europa.

Questa definizione di Matteo Renzi, da parte di Barack Obama, è utilizzata da Roxanne Roberts per il ritratto che ha fatto del presidente del Consiglio italiano in un articolo apparso nella sezione Style del Washington Post. Non proprio un agiografia, ma poco ci manca.

L'occasione per tanta attenzione da parte del quotidiano americano è data dall'ultima cena ufficiale, definizione non proprio ben augurante, che il presidente statunitense offrirà prima della scadenza del suo mandato.

Martedì, Barack e Michelle Obama ceneranno insieme a Matteo Renzi e ad Agnese Landini. La cena sarà peparata dallo chef Mario Batali, mentre la cantante Gwen Stefani allieterà il dopo cena.

Alla corte di Renzi, identificati come eccellenze e, probabilmente se non sicuramente, "usati" per dimostrare le sue capacità manageriali ed i risultati da lui acquisiti per "cambiare" l'Italia, presenzieranno alla cena di gala alla Casa Bianca anche le seguenti persone, virgoletatte su l'Unità come "amici speciali": Roberto Benigni e Paolo Sorrentino in qualità di vincitori di premio Oscar, lo stilista Giorgio Armani, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, la presidente del Cern Fabiola Gianotti, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, la recente campionessa paraolimpica di scherma Bebe Vio, la curatrice del dipartimento design del Moma Paola Antonelli.

In pratica, Renzi vuol dimostrare ad Obama che anche in Italia riusciamo a stare a tavola utilizzando forchette e coltelli, ma solo grazie a lui! Un po' come il De Luca illustrato nelle scenette di Crozza, che ha portato la civiltà in Campania.

L'occasione, anche per chi non è appassionato di sfere di cristallo, diventerà l'ennesimo spot per la campagna mediatica di Renzi sul referendum del 4 dicembre. Inutile anticipare che anche Obama esprimerà il suo convinto sostegno al Sì... già lo immaginiamo e se dovesse essere oggetto di scommessa sarebbe offerto alla pari.

Già adesso la campagna per il Sì, visto che il No riesce solo ad essere presente in qualche dibattito, è stata alquanto sfibrante oltre che molto noiosa con la ripetizione asfissiante di titoli, sempre gli stessi, che vengono spacciati per contenuti. In seguito, se a questo dovremmo essere costretti ad ascoltare che dovremo votare Sì perché lo ha detto anche Obama, sinceramente, diverrebbe insopportabile oltre ogni limite.