«Agli attacchi quotidiani che ricevo dai miei compagni di partito oggi si sommano gli insulti di Beppe Grillo. L'uomo che un tempo mi chiamava "ebetino", adesso mi definisce "avvoltoio". Non male, dai, si migliora. Ma non c'è insulto che possa fermarmi: davanti a Capitan Fracassa che chiede pieni poteri e culla l'antico sogno di uscire dall'Euro, io sopporto ogni insulto e insisto sul Governo Istituzionale. Per la mia immagine e per il mio tornaconto personale sarebbe meglio stare in un angolo ad aspettare lo sfascio. Ma il bene comune viene prima dell'interesse dei singoli. Prima si pensa all'Italia, poi agli interessi di parte. Buona settimana di Ferragosto».

Così Renzi ha risposto al post odierno di Grillo che, oltre a prendersela con Salvini, definito "sceriffo in fuga dalla città" che "attraversa a gran velocità gli stati del sud accolto da un oceano di fischi", ha scritto: «Intanto volano degli avvoltoi di nuova generazione: gli avvoltoi persuasori. E' una nuova specie di sciacallaggio: invece di aspettare la fine cercano di convincerti che è già avvenuta. Non sono elevati, non volano neppure. In realtà strisciano veloci fra gli scranni: ma è soltanto un'illusione, nient'altro che un'illusione dovuta alla calura.

Quando queste defezioni e quelle allucinazioni saranno passate basta farsi trovare uniti e parlare unicamente con gente elevata e non in caduta libera».

Se l'avvoltoio di nuova generazione, per Grillo, sia Matteo Renzi, mentre la gente elevata sia invece rappresentata da Franceschini o Zingaretti... vallo a capire.

In ogni caso, quel che appare chiaro è che mentre Lega e 5 Stelle si dividono, decidendo di non supportare più il Governo, il Partito Democratico non vuole essere da meno.

Sempre coerente a se stesso, Matteo Renzi - che aveva detto di voler fare il senatore semplice annunciando il proprio silenzio per molto tempo - dopo aver dichiarato che con i 5 Stelle non si poteva neppure prendere un caffè insieme, adesso insieme ci vuole addirittura governare.

E, naturalmente, con lui sono d'accordo pure i suoi parlamentari che, mentre fino qualche giorno fa citavano i 5 Stelle solo per associarli ad un insulto, adesso trovano logico e sensato ciò che dice il loro capo corrente.


Ma il Partito Democratico non aveva in passato, seppur faticosamente, eletto pure un segretario che doveva dettare la linea al partito? Ma sì... e c'è ancora: Nicola Zingaretti.

«Non è credibile l'ipotesi di un governo per fare la manovra economica e portare poi alle elezioni - ha detto Zingaretti - sarebbe un regalo a una destra pericolosa che tutti vogliono fermare. Voglio fare un appello all'unità del partito democratico perché di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia, sarebbe davvero sbagliato in questo momento dividerci o dare segnali in questo senso.

Conosceremo tempi e modi della crisi nelle prossime ore e ci atteniamo alle valutazioni del Presidente della Repubblica.
Intanto però è necessario ritrovare uno spirito di unità dei democratici per discutere nei luoghi previsti dalle nostre regole».


Il problema, però, è che Renzi non si fida di Zingaretti e dà per certo che la rappresentanza parlamentare della sua corrente in una prossima legislatura, in funzione di come verrebbero compilate le liste elettorali, verrà ridotta al lumicino.

Per tale motivo, Renzi ha chiamato a raccolta suoi ipotetici paladini perché fondino in tutta Italia, alla maniera di quel che fece all'inizio degli anni '90 Berlusconi, dei circoli con il nome di Azione Civile, a supporto delle sue iniziative politiche.


L'ex ministro Pd Carlo Calenda,  riferendosi a Renzi, ha dichiarato che «portare la crisi dal Governo al PD nel giro di 24 ore è da pazzi»,  e che ad oggi la scissione in quel partito è ormai agli atti, aggiungendo, sempre rivolto ai renziani, che «per 14 mesi ho detto insieme a voi che la linea del PD doveva essere "non ci sono nuove maggioranze", se cade il Governo si va a votare. E "mai" un governo con i 5S. Questa linea è stata votata all'unanimità. Ora è cambiata in 14 ore, senza confronto, per fare un partitino personale!»