«Ed ecco spiegate le ragioni del voto di fiducia: un gesto politico, che vuole mettere al centro dell'azione riformista del Governo i diritti delle persone, la vita delle persone, sottraendole ai trabocchetti dei voti segreti ed all'ennesimo rinvio. È una scelta importante, impegnativa per questa maggioranza, che ha saputo trovare una mediazione alta e che dice sì alle istanze di una comunità che la politica e le istituzioni hanno dimenticato per troppo tempo. C’è chi continua a dire no, andando contro la storia per farci stare in un eterno passato, c’è chi dice no al futuro. Noi invece siamo quelli del sì, del voltare pagina e dell'andare avanti, siamo quelli che stanno facendo entrare, ancora una volta, in quest'Aula il profumo dell'uguaglianza e della libertà. È per questo che annuncio il sì convinto e orgoglioso del gruppo del Partito Democratico.»

Questa è la conclusione dell'intervento dell'onorevole Alessia Morani, componente della commissione giustizia della Camera, iscritta al gruppo del Partito Democratico, con cui annuncia il voto favorevole del PD alla fiducia chiesta ieri dal Governo, tramite il ministro Boschi, sull'approvazione senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico della proposta di legge sulle unioni civili.

In pratica, nel suo appassionato discorso l'onorevole Morani ci ha fatto sapere che la maggioranza bulgara, come si dice in questi casi, che dovrebbe assicurare l'appoggio al Governo della Camera dove il PD da solo ha un numero di deputati che supera la metà dei seggi, non è  così tanto  sicura di controllare il voto dei propri iscritti. Quindi, meglio "evitare trabocchetti" e tirar dritto.


Ed è proprio a causa del tirar dritto che l'onorevole Morani ed il PD non hanno permesso di far conoscere sia al Parlamento che agli italiani le risposte ai numerosi dubbi che la legge sulle unioni civili ha sollevato.

Lasciando da parte le problematiche relative alla cosiddetta stepchild adoption che possono essere ascritte più ad interpretazioni ideologiche che pratiche, sulla legge delle unioni civili pesa il dubbio di costituzionalità a causa del fatto che la legge regola tali unioni solo tra persone dello stesso sesso.

In questa legge il termine coniuge è indicato, come scritto nel testo, "al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile".
Tale premessa, però, sembrerebbe logicamente confliggere con i casi in cui i codici civile e penale regolano i rapporti tra i coniugi, creando una discrepanza tra gli eterosessuali che sono congiunti in matrimonio e gli omosessuali che sono congiunti con le unioni civili.
In pratica, per i secondi, il numero di "agevolazioni" sarebbe evidente e questo andrebbe a confliggere con l'articolo 3 della Costituzione che afferma che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
E che dire poi di altre problematiche che nascono con le coppie di fatto eterosessuali che non viene loro riconosciuta la reversibilità della pensione nel caso di morte di una delle persone che formano la coppia, mentre invece viene riconosciuta alle coppie gay?

È possibile che certe discriminazioni possano essere corrette in corso d'opera? Può darsi, per il momento però i dubbi rimangono e nessuno della maggioranza li ha chiariti, né in Senato, né alla  Camera, poiché la questione di fiducia ha eliminato qualsiasi possibilità di discussione.

Il risultato del voto era scontato: 369 sono stati i sì, 193 i no e 2 gli astenuti. Quindi il testo, non essendo stato modificato dopo la prima lettura al Senato, diventerà legge.