«Ho letto l'articolo di Repubblica con richiamo in prima pagina dal titolo "L'antifascismo non è nella Costituzione. Il mio 25 aprile? Metterò d'accordo tutti".Ringrazio il giornalista Emanuele Lauria che ha lecitamente trasformato in "colloquio" un veloce scambio di parole avvenuto ieri alla buvette del Senato e ripreso in maniera corretta e testuale dall'agenzia di stampa Ansa.Mi preme però sottolineare che, come riportato anche dalla stessa agenzia, il mio riferimento non era "all'antifascismo" ma all'assenza in Costituzione della"parola antifascismo", essendo i valori della Resistenza, a cui mi sono esplicitamente richiamato, espressi in positivo nella prima parte della Costituzione.Con tale dovuta e necessaria correzione, ritengo venga meno qualsiasi interpretazione contraria al mio pensiero. Il 25 aprile ho modificato gli impegni internazionali assunti da tempo e sarò all'Altare della Patria a fianco del Presidente della Repubblica».

Così il "patriota" Ignazio Benito Maria La Russa, fondatore di Fratelli d'Italia e presidente del Senato, ha giustificato le parole da lui pronunciate in precedenza su Costituzione e antifascismo.

«Nella XII disposizione finale della Costituzione è scritto: "E' vietata la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista"».

Parte invece da questa premessa il presidente dell'Anpi, l'associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo per contestare la presa di posizione di La Russa.  

«È falso - dichiara Pagliarulo -. La Russa gioca con le parole. La Costituzione è antifascista come antifascisti furono tutti i costituenti. Il presidente del Senato porta avanti un disegno di stravolgimento della Carta, di falsificazione storica e un tentativo di divisione degli italiani. Contraddice il suo ruolo istituzionale».

È l'ennesima querelle che nasce dal fatto che dei post-fascisti non potendosi "per il momento" dichiarare per quel che sono, si sono inventati l'etichetta di conservatori, salvo poi, alla prima occasione, diffondere il verbo caro al perfetto fascista... con il preciso intento che dire una str... bestialità oggi e ripeterne poi un'altra domani, finisca per diventare normalità, in nodo che gli italiani, pian piano, si abituino e accettino come dovute le dichiarazioni da ventennio di questo o quel rappresentante dell'attuale maggioranza.

Oggi, i post-fascisti sono costretti a smentire, a dire di essere degli ignoranti patentati (nonostante siano stati nominati ministri per meriti familiari), a dire di essere stati travisati oppure fanno i sofisti o i legulei per aggrapparsi al primo cavillo disponibile...

Domani non ne avranno più bisogno e le tante agenzie Stefani in erba già presenti in Italia riprenderanno a nove colonne le bestialità espresse spacciandole come verità assolute, assiomi incontestabili.

Scommettiamo?