"... Invecchiando sono diventato più esigente. Vorrei esprimere il mio suono senza dover rendere conto a nessuno...", l'intervista al musicista e cantautore Enrico Giusti
a cura di Enzo Bardeschi
Enrico Giusti è un chitarrista, cantautore Pistoiese classe 1972.
Dopo anni di militanza in band dell'underground toscano, componendo, cantando e suonando le proprie canzoni, si è dedicato alla composizione come solista con brani in lingua inglese ed in italiano e tra pochi giorni debutterà con il suo primo singolo... Dopo aver ascoltato il suo brano, incuriositi come sempre dalle novità, lo abbiamo contattato per conoscerlo e fargli qualche domanda:
Ciao Enrico... quindi ci siamo quasi... tra pochi giorni uscirà il tuo brano di esordio ed immaginiamo tu sia emozionato... prima di parlare del tuo ultimo singolo però raccontaci qualcosa di te per chi ancora non ha avuto modo di conoscerti:È sempre difficile raccontarsi, specialmente per un "anziano" come me, quanta acqua è passata sotto i ponti! Ho suonato da sempre, ho imbracciato la chitarra da adolescente. Da allora ho suonato, urlato, cantato, viaggiato, son cresciuto, sono invecchiato. Spero che tutto questo sia sedimentato nel suono delle mie canzoni.
Dopo anni di militanza in band hai deciso di provare l'avventura da solista... c'è un motivo particolare? Ritieni sia cambiato qualcosa, in te o nelle persone che ti circondano, da quando hai iniziato questa esperienza? Invecchiando sono diventato più esigente. Voglio esprimere i concetti ed avere il mio suono senza limiti di tempo, senza dover rendere conto a nessuno ... Ho trovato dei collaboratori fantastici, sia all'interno della “100 bpm” sia in vecchi compagni di band, che contatto quando ho bisogno di sviluppare parti che non saprei suonare. Nel frattempo ho imparato ad usare una DAW, alcuni concetti base di tecnica del suono, a suonare le mie linee di basso e di synth. Non nego che l’aver acquisito competenze per operare in autonomia mi ha ridato motivazione… plasmare i suoni e percepire che il tutto nasce letteralmente dalle proprie mani da molta gratificazione e lascia un senso di indipendenza e la sensazione, nel bene e nel male, che il principale artefice di un risultato possiamo essere proprio noi stessi. Ritengo anche di aver acquisito un “gusto musicale” diverso, analizzando dettagli negli arrangiamenti che prima intuivo, ma non riuscivo a comprendere a pieno; ho scoperto che sono proprio quelli che poi fanno la differenza… Con soddisfazione ho quindi iniziato a produrre i miei "raw mix" che poi passo alla 110 bmp che si occupa del mix e BAM! Canzone pronta. Cosa voglio più di così?Non so come reagirà il "pubblico". Proporre i propri lavori comporta un rischio, mostri le parti più vulnerabili di te, la voce, le parole, è come in quei sogni che ti sembra di girare nudo tra la gente. Ma a me piace mettermi in gioco, sempre, e quindi eccomi qui.
Tra pochi giorni sarà invece disponibile il tuo nuovo brano... parlacene un pò... come è nato e, se puoi dirci qualcosa di più, di cosa parla?Essendo ormai prossimo alla pubblicazione posso anticiparVi anche il titolo: si chiama "Il Giorno Che Morirò"...Tutti noi dobbiamo prima o poi fare i conti con la morte. La nostra cultura tende a chiudere gli occhi e fare finta che non ci sia, me altre culture ci convivono giornalmente, anzi la celebrano e onorano spesso durante la loro vita. Ho pensato spesso alla morte recentemente, e alla fine ho capito due cose abbastanza banali: che anche se muori il mondo continua a girare come sempre, e che prima o poi le persone che ti amano, dopo il lutto, ameranno ancora. Questa cosa è bellissima, perché vuol dire che l'amore è più forte della morte. Questo pezzo è il primo che pubblico da solista, ed ha cambiato pelle almeno quattro volte, inconsciamente non volevo finirlo. Il lockdown mi ha dato la possibilità di concentrarmi e portarlo avanti, senza contare che quel periodo per tutti noi è stato una prova difficile, alcuni dei nostri parenti sono mancati, tutti noi abbiamo vissuto un distacco dalla vita che facevamo prima, una piccola morte di quello che eravamo prima del virus.
So che forse è una domanda scontata ma "come nasce una tua canzone"? Quali sono le tue ispirazioni e come ritieni che un brano abbia le giuste caratteristiche per la pubblicazione? Le mie canzoni nascono quasi sempre da un riff o da un giro d'accordi. Di solito congelo le idee su un registratore portatile, sul cellulare oppure sulla daw. Poi sta lì a decantare, a macerare, a maturare. Dopo un po', potrebbe essere una settimana, un mese, un anno, la porto avanti e la finisco. Come dice Nick Cave, le canzoni esistono già, sta solo a noi ascoltarle da dove sono e portarle qui. Per me fare una canzone è 10% ispirazione e 90% lavoro di artigiano, come il falegname, piallo, sego, smusso, levigo, finché non mi sembra decente. Non sono un perfezionista, quando una canzone mi sembra buona, come si fa con un figlio che ad un certo punto dovrà cavarsela da solo gli dici: "vai, il mondo è tuo, conquistalo !". Non so che caratteristiche debba avere una canzone per la pubblicazione, le faccio sentire a Michele, Wladimir e qualche amico di cui mi fido. Se mi dicono che è buona, la pubblico. Se mi dicono che fa schifo, torno indietro e, se per me vale qualcosa, la ri-arrangio. Ho capito con l'età che sono diventato anche resiliente!
Cosa pensi del mercato della Musica Emergente Italiana? Credi che vivere di musica siano ancora possibile al giorno d'oggi?Penso che ci siano tantissimi musicisti validi, bravi, geniali, che ti fanno star bene, giovani e non. Sorrido quando qualcuno mi dice che non ci sono più gli artisti di una volta, è come dire che non ci sono più i tramonti di una volta. Spotify ha messo tutti sullo stesso piano, ci sono musicisti "bedroom producers" che sono fantastici, che stanno benissimo in una playlist con Bowie, con Massiva Attack, con Billie Ellish, con Tool, basta cercarli. Poi, che non ci sia più un mercato né di live né di vendita di supporti discografici, e che quindi non ci siano più soldi per gli artisti è un'altra cosa. Come tutte le cose stiamo vivendo un periodo di “evoluzione” e transizione che sembra strano per chi, come me e molti amici musicisti, è nato con una idea di “musica” diversa… Il potere della musica è fortissimo, e prima o poi qualcosa cambierà. Torneremo a fare live, torneremo a godere della buona musica, gli artisti che lo fanno di mestiere troveranno nuovi modi di pubblicare, bypassando Spotify e i servizi di streaming che arricchiscono gli azionisti e pagano miserie a chi produce canzoni.
Prima di salutarci... ti va di raccontarci qualche anticipazione del tuo futuro e magari lasciarci qualche link alle tue pagine? Non ho piani. Forse, una volta che ripartirà la scena live, proporrò i miei pezzi live. Per adesso pubblicherò i miei pezzi con Michele e Wladimir della 110 bpm perché effettivamente, anche se comporre i miei brani in autonomia mi da molta gratificazione, avere accanto persone competenti che comprendono il tuo progetto e sanno darti i giusti consigli è una cosa veramente importante. Comunque ho molti brani in cantiere… chissà.
Nel ringraziarvi vi lascio i link delle mie pagine social e vi invito ad ascoltare il mio brano quando uscirà:Facebook: https://www.facebook.com/enricogiustimusicInstagram: https://www.instagram.com/enricorock72 Home Site:https://enricogiusti.wordpress.com