L'ultima dichiarazione ufficiale del "consigliere" non eletto presidente del CdA Rai risale allo scorso 2 agosto. Questo è il testo:

"Oggi ho informato i miei colleghi del Consiglio di Amministrazione che sono ancora in attesa di indicazioni dell’Azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai. Voglio sottolineare che in queste prime riunioni il clima all’interno del Consiglio è stato ottimo, di confronto franco e leale con colleghi di grandissimo valore, e che lo spirito che ci unisce è quello di servizio per la più grande azienda culturale del Paese."

La serenità di Foa, però, non è condivisa dalla Commissione bicamerale che si occupa della vigilanza Rai. Il presidente di tale Commissione Alberto Barachini (Fi), infatti, ha inviato al CdA Rai, che mercoledì si riunisce alle 16, una lettera ricordando che per essere operativo deve comunque dotarsi di un presidente.

Martedì, mentre era al Senato per l'approvazione in legge del decreto dignità, il capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha dichiarato: "Per quanto mi riguarda il CdA è pienamente operativo. Bisogna eleggere il presidente della Rai, la legge dice che serve un'intesa tra i gruppi e fino a quando non c'è questa intesa non c'è un presidente".

Una dichiarazione alquanto sibillina, perché se da una parte dice che il CdA è pienamente operativo, dall'altra però afferma l'esatto contrario dicendo che "bisogna" eleggere un presidente.

Un colpo al cerchio e uno alla botte per non irritare l'alleato di governo, Matteo Salvini, che invece non si pone alcun problema al riguardo, visto che è stato lui a volere Foa presidente e che non vuole recedere dall'idea di vederlo nominare a tale incarico. Per Salvini, l'attuale "consigliere anziano" può continuare a rimanere tale purché continui a fare le veci del presidente... pur non essendolo.

In una intervista a Repubblica, il presidente della Camera Fico, che nella scorsa legislatura era a capo della Vigilanza Rai, ha però fatto sapere che il CdA deve avere un presidente che sia tale e quindi effettivamente legittimato dalla Vigilanza, in modo da dare certezza in relazione alle nomine e, quindi, all'operatività dell'azienda che, in caso contrario, finirebbe per essere intrappolata da questioni legali che non avrebbero fine.

Una vicenda che dimostra la debolezza politica dell'alleanza di governo, già messa in evidenza dalla questione grandi opere. Anche in questo caso, si rimanderà la soluzione del problema relativa alla nomina di un presidente, ma prima o poi si dovrà decidere... così come si dovrà decidere se fare o meno la Tav o se spostare o meno l'approdo del Tap in un'altra località rispetto a San Foca.

In quel caso si vedrà se effettivamente se ci sarà un cambiamento, rispetto alle logiche del passato, da parte del governo del cambiamento.