C'è chi i porti vuole chiuderli ai migranti che cercano accoglienza, e c'è chi i porti vuole chiuderli a chi invece alimenta la guerra.

Per questo, continua la protesta dei portuali contro le navi saudite che trasportano armi da destinare alla guerra in Yemen. Tra queste, nel peregrinare in giro per l'Europa che lo vede protagonista da settimane, il cargo saudita Bahri Tabuk all'alba di oggi è attraccato al porto di Cagliari.

Il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo ha lanciato l'allarme dichiarando che i porti italiani continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai paesi sauditi ed anche a Cagliari, come a Monfalcone, al Bahri Tabuk è stata assegnata una banchina nascosta, per agire indisturbato, in modo da completare la sua missione volta a portare a bordo un carico di armamenti ed esplosivi.

«Anche a Cagliari come a Monfalcone e Genova, stiamo manifestando le nostre ragioni e diciamo basta alle morti innocenti, non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili e continuiamo ad essere fermamente contrari a tali rifornimenti perché violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali», ha aggiunto Colombo.

Da qui l'appello rivolto ai lavoratori addetti alle operazioni di carico, ai vigili del fuoco e alle forze di pubblica sicurezza a rifiutarsi di svolgere la loro opera per favorire e agevolare le operazioni di carico e scarico dalla Bahri Tabuk.