Mentre il Governo italiano è alle prese con i problemi legati allo "zero virgola" per trovare una soluzione ai numeri della legge di bilancio 2019 che possano soddisfare le regole cui si richiama la Commissione Ue, per evitare la procedura d'infrazione già annunciata, la Francia di Macron non si fa scrupoli nel rivedere i propri conti pubblici, con le ultime promesse del presidente francese che nel prossimo anno peseranno sui conti di Parigi fino a 15 miliardi di euro.

La Francia, per il prossimo anno, prevedeva un aumento del Pil al 2,8%. Dopo le promesse fatte da Macron ai gilet gialli per fermarne la protesta, quel dato è pura utiopia, come ha riconosciuto anche un membro del Governo, il ministro dell’Ambiente Francois de Rugy, a Radio Classique: «Nella prima fase ci sarà un aumento del deficit pubblico. Dobbiamo essere chiari. E’ ovvio... è una questione di priorità.

Non diciamo che il deficit a lungo termine non sia un problema. Però la priorità non è discuterne con Bruxelles, ma con i francesi.»

Quanto potranno pesare sui conti pubblici le promesse di Macron, è oggetto di un dibattito che si è acceso in queste ultime ore in Francia. Secondo gli economisti, il range di spesa oscillerà tra gli 11 e i 15 miliardi di euro, ipotizzando un deficit per il prossimo anno tra il 3 e il 3,5 per cento del Pil, con lo stock del debito pubblico che potrebbe superare per la prima volta il 100% del Pil, mentre la Ue ha indicato come obbiettivo il 60%.

Quale sarà adesso il giudizio della Commissione Ue sui conti della Francia? Quanto deciso a Parigi cambierà il giudizio sui conti dell'Italia?

In un'intervista rilasciata a Le Parisien, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, sembrerebbe gelare le speranze del nostro Paese, nonostante ipotizzi che nei confronti di Parigi si possa chiudere un occhio: «Non c'è nessuna indulgenza, sono le nostre regole, soltanto le nostre regole... non facciamo come se ci fosse da una parte una severità eccessiva e dall'altra non so quale lassismo.

Il paragone con l'Italia è allettante, ma sbagliato, perché sono due situazioni totalmente diverse. La Commissione europea sorveglia il debito italiano da tanti anni, ma non è così per la Francia.»

Già oggi potrebbe avvenire l'incontro, annunciato da giorni, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea Jan Claude Juncker, in occasione della riunione del Consiglio europeo. Ma, a parte le ipotesi e le dichiarazioni di facciata degli esponenti di Governo, non è ancora chiaro che cosa porterà di concreto Conte al giudizio della Commissione.