Per Damasco, il progetto di prendere l'acqua dal Golan è stato abbandonato in seguito all'occupazione militare israeliana delle alture del 1973. Quindi le risorse idriche del Ghuta, un'area che si estende ad est della capitale siriana, sono importanti, come le terre, le uniche coltivabili nei pressi della città.

Il territorio è in mano ai ribelli siriani, soprattutto gruppi islamisti, e negli ultimi giorni è sottoposto ad un incessante bombardamento da parte dell'esercito siriano, supportato dalle forze militari della Russia, che sta causando un numero imprecisato di vittime, in gran parte tra i civili, compresi donne e bambini.

Un'azione militare indiscriminata che ha fatto capire alla comunità internazionale, insieme alla questione dei curdi del nord ovest, che la guerra civile in Siria è tutt'altro che conclusa.

Sono 400mila i civili sotto assedio nell'area di Ghuta e oltre 400 finora i morti, a cui vanno aggiunti alcune decine di quelli residenti a Damasco, vittime dei missili jihadisti.

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è occupato della vicenda discutendo, su proposta di Svezia e Kuwait, la cessazione delle ostilità. Il presidente siriano Assad e il ministro degli Esteri russo Lavrov si sono detti disponibili a una tregua in Siria, purché questa non coinvolga gli islamisti presenti a Ghuta, che costituiscono la quasi totalità delle opposizioni. Per tale motivo la risoluzione è stata bloccata in attesa di discutere la possibilità di modifiche.

Una richiesta di cessate il fuoco è stata fatta anche da Staffan de Mistura, inviato speciale delle Nazioni Unite nell'area, che ha denunciato come improcrastinabile la necessità di interrompere i bombardamenti per prestare soccorso ed evacuare feriti e civili.

Come riportando le testimonianze degli operatori delle Ong che operano nell'area, la situazione è insostenibile. Questa la testimonianza di un medico della Syrian American Medical Society (SAMS) impegnato nel Ghuta orientale, raccolta da Save the Children: «La situazione a Ghuta è catastrofica: stanno perdendo la vita così tante persone che non riusciamo più a tenere il conto dei morti. Non ci sono parole per descrivere l’orrore a cui stiamo assistendo. Le famiglie sono rintanate nei seminterrati terrorizzate dagli attacchi aerei e dai bombardamenti.»

Nonostante ciò i bombardamenti continuano.