Esteri

Parolin: concordo pienamente con Draghi sulla laicità dello Stato e sulla sovranità del Parlamento italiano

Per placare le polemiche sulla nota inviata dal Vaticano all'Ambasciata italiana presso la Santa Sede è intervenuto oggi il  Segretario di Stato Parolin che per Vatican News è stato intervistato dal direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli

Questo è il contenuto dell'intervista pubblicato sul notiziario online del Vaticano.

Eminenza, si aspettava quanto è accaduto?Avevo approvato la Nota Verbale trasmessa all’ambasciatore italiano e certamente avevo pensato che potevano esserci reazioni. Si trattava, però, di un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica. Un testo scritto e pensato per comunicare alcune preoccupazioni e non certo per essere pubblicato”.

Quali, in sostanza, le preoccupazioni della Santa Sede sul DDL Zan?“Innanzitutto vorrei precisare che non è stato in alcun modo chiesto di bloccare la legge. Siamo contro qualsiasi atteggiamento o gesto di intolleranza o di odio verso le persone a motivo del loro orientamento sessuale, come pure della loro appartenenza etnica o del loro credo. La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è. Senza però dare al giudice i parametri necessari per distinguere. Il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago. In assenza di una specificazione adeguata corre il rischio di mettere insieme le condotte più diverse e rendere pertanto punibile ogni possibile distinzione tra uomo e donna, con delle conseguenze che possono rivelarsi paradossali e che a nostro avviso vanno evitate, finché si è in tempo. L’esigenza di definizione è particolarmente importante perché la normativa si muove in un ambito di rilevanza penale dove, com’è noto, deve essere ben determinato ciò che è consentito e ciò che è vietato fare”.

È stato commentato negativamente l’intervento “preventivo” su una legge ancora in discussione. Come risponde?“L’intervento è stato sì ‘preventivo’, ma proprio per fare presenti i problemi prima che sia troppo tardi. Il disegno di legge è stato già approvato, peraltro, da un ramo del Parlamento. Un intervento solo successivo, una volta cioè che la legge fosse stata adottata, sarebbe stato tardivo. Alla Santa Sede si sarebbe potuto imputare un colpevole silenzio, soprattutto quando la materia riguarda aspetti che sono oggetto di un accordo”.

L’iniziativa vaticana viene considerata da alcuni commentatori come un’indebita ingerenza...“Non è stata un’ingerenza. Lo Stato italiano è laico, non è uno Stato confessionale, come ha ribadito il Presidente del Consiglio. Concordo pienamente con il Presidente Draghi sulla laicità dello Stato e sulla sovranità del Parlamento italiano. Per questo si è scelto lo strumento della Nota Verbale, che è il mezzo proprio del dialogo nelle relazioni internazionali. Al tempo stesso ho apprezzato il richiamo fatto dal Presidente del Consiglio al rispetto dei principi costituzionali e agli impegni internazionali. In questo ambito vige un principio fondamentale, quello per cui pacta sunt servanda. È su questo sfondo che con la Nota Verbale ci siamo limitati a richiamare il testo delle disposizioni principali dell’Accordo con lo Stato italiano, che potrebbero essere intaccate. Lo abbiamo fatto in un rapporto di leale collaborazione e oserei dire di amicizia che ha caratterizzato e caratterizza le nostre relazioni. Faccio anche notare che fino ad ora il tema concordatario non era stato considerato in modo esplicito nel dibattito sulla legge. La Nota Verbale ha voluto richiamare l’attenzione su questo punto, che non può essere dimenticato. Come è stato anche fatto presente da qualcuno dei commentatori, il tema della libertà di opinione non riguarda soltanto i cattolici, ma tutte le persone, toccando quello che il Concilio Vaticano II definisce come il ‘sacrario’ della coscienza”.

Perché è intervenuta la Santa Sede e non la Conferenza episcopale italiana? Ci sono diversità di vedute?“La Conferenza episcopale italiana ha fatto tutto il possibile per far presenti le obiezioni al disegno di legge. Ci sono state due dichiarazioni in proposito e il quotidiano dei cattolici italiani, Avvenire, ha seguito con molta attenzione il dibattito. Anche la CEI, con la quale c’è piena continuità di vedute e di azione, non ha chiesto di bloccare la legge, ma ha suggerito delle modifiche. Così anche la Nota Verbale, si conclude con la richiesta di una diversa ‘modulazione’ del testo. Discutere è sempre lecito”.

Come spiega Tornielli nella premessa all'intervista, l'intervento di Parolin è per confermare che da parte del Vaticano non vi era e non vi è alcuna intenzione di fermare la legge, né di fare indebite pressioni sul lavoro del Parlamento italiano. Con la nota, che tra l'altro doveva rimanere riservata, era intenzione del Vaticano segnalare alcune perplessità riguardanti l’interpretazione di alcuni passaggi del DDL Zan. Perplessità che non avrebbero dovuto uscire dall'ambito degli usuali canali diplomatici.



Fonte, Vatican News
: www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2021-06/parolin-no-blocco-ddl-zan-liberta-opinione-riguarda-tutti.html

Autore Angelo Zanotti
Categoria Esteri
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