All’hotel Ergife di Roma, domenica, ha avuto luogo l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, in cui si è ufficializzata l'elezione del nuovo segretario, già sancita con il risultato delle primarie dello scorso 3 marzo, a cui hanno partecipato oltre 1,5 milioni di persone.

Nicola Zingaretti è stato eletto con 1.035.955 preferenze pari al 66% dei votanti, Maurizio Martina è giunto secondo con 345.318 voti pari al 22% e Roberto Giachetti terzo con 188.355 voti pari al 12%.

In occasione dell'Assemblea, Paolo Gentiloni, a larghissima maggioranza, è stato nominato nuovo presidente del Partito Democratico e Luigi Zanda tesoriere. Tutto come già in precedenza annunciato e previsto.

Questo l'intervento di Nicola Zingaretti all'assemblea.


Nel suo intervento, Nicola Zingaretti ha auspicato un Pd diverso dal passato, dicendo no alle "filiere di potere che restringono il nostro rapporto con la realtà sociale del Paese".

Il Pd che Zingaretti vuole è un partito che rimetta al centro la persona, che guardi concretamente alle speranze e alla esigenze dei giovani, che sia aperto alla società, anche a quella che soffre, e che sia, in tal modo, più inclusivo e democratico, capace anche di fare autocritica.

"Negli ultimi 20 anni - ha detto il neo segretario Pd - non abbiamo percepito che un becero liberismo ha ripreso le redini dello sviluppo. Ci vuole più riformismo per affrontare il futuro, per migliorare la vita delle persone. E' indispensabile rimettere al centro della nostra politica la giustizia sociale, perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti".

Inoltre, Zingaretti, basandosi anche sui recenti sondaggi e sull'esito delle ultime consultazioni regionali dove il Pd è risultato in leggera ripresa, ha aggiunto che "il Pd non è per nulla spezzato e sconfitto".

Ma al di là delle dichiarazioni, adesso sarà la volta dei fatti, e questi potranno essere visti e valutati con le scelte che Zingaretti farà per le prossime elezioni europee. Le nomine di Gentiloni e Zanda non sembrano, al momento, un grande cambiamento e tantomeno una rivoluzione rispetto al passato.

Probabilmente, Zingaretti cerca di tenere unite le varie anime del partito, sperando di far arrivare già nei circoli forze nuove che spingano poi i vertici del Pd a guardare di nuovo a sinistra. Una rivoluzione dal basso, che però, prima o poi, non potrà evitare di scontrarsi con la corrente renziana che ha cercato di trasformare il Partito Democratico in una Nuova Forza Italia.

Finché non si vedranno atti concreti sarà impossibile dare un giudizio su Nicola Zingaretti.