Metaverso, se ne parlo tanto ma se ne produce poco
Metaverso, se ne parlo tanto ma se ne produce poco
Apriamo un qualsiasi aggregatore di notizie on line e almeno una decina di notizie al giorno riguardano il metaverso e le sue mirabolanti creazioni, ma girovagando per la rete e per le fiere campionarie che urlano a gran voce la presenza di metaversi anche nelle loro locandine di promozione ci accorgiamo che sempre e solo resta una chimera annunciata ma che ancora in Italia non si vede, fatta eccezione per alcuni punti di eccellenza internazionale che però restano ancora lumicini nella notte.
Le notizie che contengono la parola metaverso sono per il 90% notizie o pubblicità che riguardano trading di cripto valuta e formazione su “probabili” e illusorie tecniche di marketing e sviluppo di metaverso; ma come possono promuovere e spiegare qualcosa che non conoscono ?
Abbiamo anche fatto un breve tour nelle aziende che promuovono i loro “metaversi”, grandi annunci “orvieto nel metaverso”, “il diplomato nel metaverso”, “la seria A nel metaverso”, e tante altre, ma quello che non riusciamo a trovare sono degli accessi per poterlo visionare ne tantomeno dei banalissimi ed elementari screenshot che ci possono far capire a quali meraviglie possiamo trovarci, eppure il mondo fisico delle manifestazioni fieristiche che sventola a pieno vento le meraviglie del real mondo promosso da sua maestà Mark sanno mostrare qualcosa di concreto.
L’impressione è che in realtà ci siano enormi speculazioni sul nulla, molte persone si stanno creando un’immagine di creatori di metaversi generando aspettative illusorie che servono solo a raccogliere fondi a speranzosi investitori convinti di trovarsi di fronte alla super occasione della vita, ad un nuovo inizio di internet.
Ci dispiace deludere tutti ma al momento è meglio sedersi, fare un bel respiro e cercare di guardarsi intorno e vedere cosa effettivamente c’è nel mercato.
Al festival del metaverso di Torino organizzato dall’ANGI abbiamo sentito mirabolanti interventi di decine di relatori che parlavano di metaverso di block chain e di molto altro senza però portare esempi pratici e reali al tavolo.
Ci ha però colpito l’intervento di un ricercatore, uno di quelli che si sporca le mani con i tasti, con i calcoli con gli algoritmi, il dott. William Nonnis già Enea e ministero della Difesa e grande esperto di block chain; con garbo ed educazione che normalmente siamo soliti vedere da persone di livello ha ringraziato tutti i relatori che lo hanno preceduto ed ha detto loro “ho sentito delle enormi inesattezze in questa conferenza, si confonde distribuzione con decentralizzazione, non si conosco gli elementi di base della programmazione delle realtà immersive come il protocollo tutto italiano VRO, se iniziamo così non iniziamo bene…” insomma una doccia fredda per chi ha cercato vetrina con l’obiettivo di raccogliere qualche fondo o qualche committenza senza però avere le vase, come ha dimostrato il dott. Nonnis, dei fondamenti della programmazione block chain e VRO.
E fra l’altro in un contesto ipercompetitivo come quello dell’IT sarebbe sempre bene mettere al primo posto la ricerca italiana, abbiamo uno dei principali sviluppatori di algoritmo e sistemi operativi VRO che è italiano, è Massimiliano Nicolini capo dipartimento ricerca di olimaint, che spesso abbiamo incrociato nelle nostre analisi e che come il dott. Nonnis ci ha mostrato un punto di vista di praticità, e abbiamo chiesto lui un parere sul convegno del metaverso di Torino, e ci ha risposto “ho ascoltato con interesse molti degli interventi di Torino, concordo su tutta la linea col dottor Nonnis, anche in questi giorni di convegni dove siamo chiamati ad intervenire noi portiamo sempre esempi pratici, cose fatte, prima i fatti poi le parole e mai le promesse, credo che vada fatta chiarezza per l’utilizzatore finale sul modello sistemico e che si inizi a seguire una direttrice univoca che parte comunque dalla formazione culturale dell’individuo, se noi siamo in grado di formare i giovani, come stiamo facendo con il programma Magellano, possiamo dare una chance di presenza nel mondo di questo nostro meraviglioso, ma troppo spesso bistrattato paese.”
In realtà la fotografia dei due ricercatori non lascia spazio all’interpretazione, per cui continuiamo a diffondere corretta informazione tecnica soprattutto alle nuove generazioni per sviluppare sempre più coscienza tecnica lineare e non permettere che le persone incappino in errori grossolani.