Meloni è andata a New York per partecipare alla 78.ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E una volta a New York, che cosa ha fatto? Ha disatteso/annullato tutti gli appuntamenti elencati nella sua agenda: non ha parlato al Consiglio di sicurezza dell'Onu, non ha partecipato al ricevimento organizzato - come tradizione - dal presidente Usa in carica, ha annullato parte degli appuntamenti programmati con rappresentanti di altri Paesi... anche africani. Per far cosa? Per andare a deporre una corona di fiori alla statua di Colombo per combattere la cancel culture (!!!) e per andare in pizzeria insieme ai suoi collaboratori (!!!!).
Però, per giustificare la trasferta negli Stati Uniti, la premier ha poi parlato, purtroppo per lei nella notte (in Italia) all'Assembla Onu, incentrando il suo intervento sulla guerra ai trafficanti di esseri umani, quelli che lui voleva inseguire lungo tutto il "globo terracqueo", dopo un pistolotto iniziale, oggettivamente senza senso e senza logica, per giustificare il nazionalismo (o sovranismo) che a suo dire giustificherebbe anche il supporto militare all'Ucraina.
Comprendere i labirinti logici del Meloni pensiero è compito complesso e lo lasciamo a chi, per mestiere, è sicuramente più adatto, quindi mi limito solo a commentare la parte dell'intervento dedicata ai migranti.
Nel suo discorso, la premier ha riportato una considerazione incontestabile:
"L’Africa non è un continente povero. È al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L'Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta"...
L'inversione di rotta indicata da Meloni, però, non convince...
Per prima cosa, in base a quanto da lei dichiarato, ammette che è difficile tracciare un confine tra migranti economici e rifugiati. Invece, in campagna elettorale, lei e i suoi alleati avevano sempre sottolineato tale differenza,, facendo credere che esisterebbero persone che fuggono dai loro Paesi solo perché non avrebbero voglia di lavorare o vorrebbero fare la bella vita all'estero.
È comunque una presa di coscienza. Meloni ha descritto la realtà dell'Africa perché ha voluto promuovere, anche all'Onu, il cosiddetto piano Mattei... di cui nessuno sa niente neppure in Italia, a parte riferimenti e intenzioni che uno ne può trarre in base alle indicazioni di colui che al tempo lo aveva ipotizzato (va ricordato che quando fu annunciato venne criticato e non poco). Va però sottolineato che mentre al mondo Meloni annuncia di voler aiutare l'Africa... in Africa, di fatto il suo governo ha ridotto nel bilancio dello Stato i fondi destinati per la cooperazione allo sviluppo dei Paesi poveri! un non senso o un controsenso che dice molto su quanto siano propagandistici e fini a se stessi gli annunci epocali della premier.
Stessa considerazione riguarda la lotta ai trafficanti di esseri umani. Secondo lei, i migranti arriverebbero in Italia perché convinti dai trafficanti? Ma scherziamo? I trafficanti di essere umani sono solo degli opportunisti che approfittano di un problema. Credere che delle persone che ritengono di non avere più alcuna prospettiva di vita nei luoghi dove risiedono non cercheranno più di trovare rifugio in altri Paesi, combattendo solo i trafficanti, è perlomeno ridicolo, se non addirittura assurdo... al pari della lotta agli scafisti in tutto il globo terracqueo. Inoltre, chi glielo dice a Meloni che con i finanziamenti alla Libia, sta dando soldi ai trafficanti di esseri umani che dice di voler combattere?
E in relazione al coinvolgimento dell'Onu per contrastare le migrazioni dall'Africa, di cui la premier aveva parlato, il segretario generale Antonio Guterres, in un'intervista alla Cnn, ha ammesso di non aver alcun potere e risorse per intervenire.
Naturalmente, la propaganda (post) fascista descriverà la scampagnata di Meloni a New York come un incredibile successo per la premier e per l'Italia.